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Lo Russo nei nuovi spazi dell’ex Incet: “Un modello per la Torino che verrà”

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Dopo anni di riqualificazione, rallentati fortemente negli ultimi due anni a causa della pandemia, gli spazi dell’ex Incet, in Piazza Teresa Noce a Torino nord, riaprono al pubblico, per presentare i nuovi spazi di lavoro, dedicati all’innovazione tecnologica e ai servizi per la comunità, con varie realtà che offrono servizi ai giovani e alla pubblica amministrazione su temi quali l’economia circolare e sociale, le criptovalute e la transizione ecologica e digitale. A questa giornata di presentazione ha partecipato anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, accompagnato dall’assessora all’innovazione Chiara Foglietta e dal presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto, oltre che dai rappresentanti dei vari spazi.

Un percorso che inizia nel 2008, quando si decise di utilizzare gli spazi dismessi dall’Incet, un’azienda che produceva cavi elettrici, per creare un polo di innovazione e di servizi per la comunità, in un quartiere profondamente colpito dalla deindustrializzazione della città. Per l’occasione sono stati lanciati due bandi per la riqualificazione di due diversi settori della vecchia fabbrica, la manica sud e la manica est, entrambe riconvertite in spazi per startup e realtà innovative, grazie a una partnership tra enti pubblici come il Comune di Torino, realtà ibride come Torino Social Impact e istituzioni private come la Fondazione Giacomo Brodolini.

Negli spazi dell’ex Incet sono coinvolte più di 200 persone tra lavoratori e studenti, e sono 79 le posizioni aperte per nuovi impieghi all’interno degli spazi. L’obiettivo è di far nascere qui decine di startup, in grado di collaborare con altre realtà del territorio ma anche a livello internazionale. Un modello vincente per il sindaco Lo Russo, che l’ha definito “un esempio per come immaginiamo la Torino che verrà, che trasforma le vecchie industrie in fabbriche diverse, con nuove opportunità occupazionali”. Parole confermate dall’assessora Foglietta, che ha parlato di “una casa aperta a tutti coloro che vorranno dare una mano al futuro della circoscrizione e dell’intera città”. Per l’amministrazione si tratta di una scommessa sull’intera area nord di Torino, nell’ottica di passaggio da fulcro del tessuto industriale a luogo di innovazione e servizi. Una scommessa che passa anche dalla Linea 2 della Metropolitana, i cui lavori si sbloccheranno presto grazie all’arrivo dei fondi del Pnrr, rendendola la più grande opera pubblica mai realizzata nel capoluogo piemontese. “Non sarà una semplice opera trasportistica, ma un potente motore di rigenerazione urbana”, ha dichiarato il sindaco.