Arrivano i giorni (e le notti) del tango: dal 28 marzo al 1 aprile a Torino va in scena il ventiduesimo International Tango Festival, che racconta prima di tutto la storia di una passione. Quella per il ballo argentino e quella per questa città, “che non a caso è considerata la capitale italiana del tango”. A spiegarlo è Stefano Giudice, che con Marcela Guevara, direttrice artistica del Festival e compagna di tango, ha fondato il Club Almagro di via Perugia 20, dove passano ogni anno ballerini da tutto il mondo.
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Dal 2001 ha preso vita il festival. “Si svoleva al Lingotto e si faticava a trovare strutture ricettive che tenessero aperto a Pasqua”, raccontano. Oggi il problema, semmai, è trovare un posto libero ber ballerini e pubblico che provengono da 38 Paesi, dal Giappone al Canada.
“Dati e storie che ci dicono molto su quanto è cambiata la nostra città” ha spiegato in conferenza stampa l’assessore Domenico Carretta, ricordando i 7 milioni di visitatori registrati da Torino nel 2023, più 35 per cento rispetto a dieci anni fa.
Marcela e Salvatore sono pronti a dare il via alle danze con la milonga d’apertura del dj argentino Diego Doigneau, attivo nei club di Londra, giovedì sera all’Almagro. Spazio poi a lezioni gratuite, milonghe e grandi passi, con alcune delle orchestre e dei ballerini più celebri al mondo, dai campioni mondiali in carica di Tango Escenario Julian Sanchez e Bruna Estellita al duo portegno composto da Esteban Moreno e Claudia Codega. Sabato sera la noche de gala alla Nuvola Lavazza, senza paura del cambio d’ora.
“Il tango è una danza della passione – spiegano i due ballerini – i grandi ospiti si esibiscono intorno all’una di notte e poi si balla sempre fino alle prime ore del mattino”. Anche a Torino, dove quasi ogni sera c’è un luogo che apre per ballare il tango e dove sono tra i due e i tremila i ballerini e le ballerine che costituiscono la comunità tanghera. Quella che Marcela Guevara chiama “famiglia”.