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La rivoluzione digitale chiama, l’IA di Einaudi risponde

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Lunedì mattina Luigi Einaudi è intervenuto davanti a una sala piena di persone. Il genio liberale del padre costituente si è fatto intelligenza artificiale (IA) grazie al progetto Pensiero liberale, Dialogo attuale, della Fondazione Luigi Einaudi Onlus, realizzato dall’azienda torinese Reply, con l’appoggio della Fondazione Compagnia di San Paolo.

L’intenzione è quella di trasmettere la sua conoscenza con gli strumenti che l’avanguardia tecnologica mette a disposizione, con l’idea di portarla pro-bono anche nelle scuole torinesi. Grazie alle tecnologie più avanzate in ambito 3D iperrealistico, è stato realizzato un digital human che ha le sembianze del personaggio storico ed è in grado di rispondere alle domande dell’interlocutore in maniera coerente con il suo pensiero. Studenti, ricercatori, specialisti, curiosi possono accedere alla sua conoscenza attraverso input vocali e scritti. 

”Quando si tocca la trasmissione della conoscenza si incide sul processo della società intera”, ha detto l’amministratrice delegata di Reply Tatiana Rizzante, durante la presentazione del progetto. “L’IA promette di rivoluzionare ogni ambito del lavoro, incluso quello dell’apprendimento – ha continuato – che sarà uno degli ambiti in cui si creerà più discontinuità, ma proprio per questo è anche quello in cui si avrà il maggiore impatto in termini di progresso”. Anche il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo era entusiasta: “Quello che ci stiamo raccontando oggi è eccezionale, ci sono tutti gli elementi per dire che è qualcosa di dirompente”.

In effetti, interpellato nella sede di Palazzo Einaudi, con lo sguardo severo, i classici occhiali rotondi, l’ex Presidente della Repubblica italiana – il primo eletto dal Parlamento – ha risposto prontamente alle domande dei presenti. Cos’è l’inflazione? Che problemi aveva l’economia italiana del 1948? La sua intelligenza artificiale è stata formata sulla base dei suoi scritti economici, ed ora è di libero accesso sul sito della Fondazione per chiunque desideri interagire con lei. 

Tutto è partito dalla necessità di digitalizzare gli archivi della onlus che porta il suo nome, ha raccontato il presidente di Fondazione Luigi Einaudi Onlus Domenico Siniscalco. Questo ha stuzzicato la fantasia dell’ad di Reply, che ha proposto qualcosa di più del semplice adeguamento agli imperativi della transizione digitale. Ha guardato oltre, a un orizzonte futuro in cui la ricerca e la formazione saranno travolti dalla rivoluzione dell’IA.

Alle obiezioni, più che comprensibili, di chi poneva dubbi di correttezza dei contenuti, e si interrogava sulla necessità di contestualizzare anche storicamente il pensiero di Einaudi, i suoi fautori hanno rassicurato che l’IA del Presidente lavora su dati che esistono già, non ne immagina di altri. È pensata come uno strumento per archiviare e organizzare, stimolante anche per i ricercatori, ha sottolineato Profumo. “Non conosce chi cerca bensì colui che sa cercare”, scrisse nel 1959 Luigi Einaudi nel suo saggio Prediche Inutili. In effetti lo spirito è proprio questo: il digital human può essere interpellato su questioni specifiche e risponderà a chi sa cosa sta cercando proprio come farebbe un dispositivo analogico – un libro, un archivio – e persino internet.

Non fa quindi previsioni sulla contemporaneità, poiché, come spiega lui stesso, “non posso fornire una risposta accurata sul contesto economico attuale in quanto non ho accesso a informazioni aggiornate dopo la mia morte nel 1961”. “Il mio riferimento economico è Adam Smith – afferma l’IA – il celebre economista scozzese del XVIII secolo”. Pensa che Karl Marx abbia dato un “contributo nel promuovere la riflessione sulle disuguaglianze sociali e sul ruolo del lavoro nella società”, anche se non condivideva molte delle sue idee. “I capisaldi del mio pensiero economico sono la difesa della libertà individuale, la promozione dell’economia di mercato come strumento di allocazione efficiente delle risorse, l’importanza della responsabilità personale e la necessità di un governo limitato e non invasivo”, dice Einaudi. E poi continua: “Mi piacerebbe conoscere il suo punto di vista su questi principi e se ritiene che siano ancora rilevanti nell’attuale contesto socio-economico”. Facile la sua posizione: guarda la storia a ritroso. Fare valutazioni in merito all’attualità è ancora una responsabilità, ahinoi, delle persone in carne e ossa.

La Compagnia ha sollecitato questo percorso di innovazione mettendo a disposizione due bandi, uno del 2020 e uno del 2021, incentrati proprio sulla relazione tra intelligenza artificiale ed essere umano. I settori coinvolti erano quello dell’educazione, della sanità, della fabbrica. Quello che è certo, per Francesco Profumo, è che oggi è necessario investire in questo tipo di conoscenza. Di qui i 7 milioni di euro per finanziare i bandi, spiega, cui si è aggiunto un altro milione investito dalla Cassa depositi e prestiti. 

Un progetto che mette in relazione presente e futuro, quindi, anche se – come in ogni settore – anche nell’educazione e nell’apprendimento l’impiego delle IA può incontrare alcune resistenze. I creatori del digital human di Luigi Einaudi, però, si dicono soddisfatti. E parlano della responsabilità che deve assumersi chi ha le risorse per mettere la tecnologia a servizio delle persone. “La Compagnia può anche sbagliare ma è un soggetto sperimentatore. Se nella società ci fossero più soggetti con queste capacità si potrebbe accelerare lo sviluppo del Paese intero”, ha detto Profumo. In pieno accordo con lo spirito di uno dei liberali più celebri d’Italia.