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La Pasqua tra freddo e nuovi trend

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Ci aspetta una Pasqua fresca e secca. Pochissime precipitazioni in arrivo, ma le temperature saranno frizzanti. E alcune zone vedranno gelate tardive. Un clima impietoso per i raccolti che, oltre ad essere senza acqua, patiranno il colpo di coda invernale. Un trend che non lascia ben sperare.

Solo due anni fa, appena dopo il periodo pasquale, una disastrosa ondata di gelo colpì il Piemonte. Nella mattinata dell’8 aprile i termometri dell’Arpa toccarono i -8,1°C a Castell’Alfero, in provincia di Asti. Per trovare episodi analoghi nel mese di aprile, è necessario tornare indietro al 1956 e al 1949. Nel ’49, pochi giorni prima di Pasqua, Vercelli toccò i -6°C. E anche allora fu un freddo secco, senza precipitazioni.

Saluzzese, aprile 2021, fuochi accesi nei frutteti per proteggere il raccolto dal freddo

Ma che differenza c’è tra le ultime gelate tardive e quelle passate? “La differenza rispetto agli anni scorsi sta nella circolazione”, risponde Jacopo Zannoni, meteorologo meteoeradar. “Diversi nuovi studi evidenziano il crollo della corrente a getto subtropicale, che può garantire il passaggio sul nostro territorio delle perturbazioni atlantiche.” La meridianizzazione implica così la persistenza di determinati trend. “Ora ci troviamo in un prolungato periodo siccitoso — continua Zannoni — ma è possibile avere fasi opposte, in cui le colate fredde, puntando l’Europa occidentale, espongono il nord-ovest al lato ascendente delle saccature, passando così a periodi alluvionali.” La conseguenza di questo nuovo schema è l’alternanza tra fasi molto calde e fasi opposte molto fredde.
Per l’agricoltura e la vegetazione in generale le conseguenze sono drammatiche. “Le piante si trovano colpite dal gelo dopo il precoce risveglio dovuto alle fasi calde precedenti”, conclude Jacopo Zannoni.

Forte gelata a Cavallotta (Savigliano), 8 aprile 2021
Credits: Luciano Mondino

Per Luca Mercalli, il problema principale non è rappresentato dalle ondate di gelo tardive che hanno spesso interessato il Piemonte fino alla fine di aprile, ma dagli inverni eccessivamente caldi: “Gli alberi, germogliando in anticipo, sono più vulnerabili”.
Sul tema della siccità, infine, poche novità e speranze ancor meno: “È un’anomalia di 16 mesi. Non si vede nulla di concreto.”