La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

La didattica a distanza alle elementari e il Coronavirus visto dai bambini

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Professori e maestri che si trovano, alcuni per la prima volta, a fare i conti con la rete per continuare lezioni e  corsi universitari, compiti e spiegazioni via webcam, esami e lauree a distanza. Queste settimane di quarantena per il Coronavirus hanno dato vita a una scuola inedita, quella della didattica a distanza. C’è però un settore di cui si parla meno: quello delle insegnanti della scuola primaria, che in questi giorni stanno avendo numerose difficoltà, forse più di altre, nel gestire le lezioni a distanza, anche perché hanno a che fare con bambini molto piccoli che spesso non sono seguiti dai genitori e per cui pensare ad una didattica non in presenza è molto impegnativo.

Sospendere il programma per un mese o più significa per loro dover riorganizzare tutto, utilizzando nuove modalità legate alla tecnologia, non di rado per la prima volta. Questo “problema” riguarda tutte le scuole d’Italia e del Piemonte, da quelle del centro città, a quelle di provincia e dei quartieri periferici.

Nonostante le numerose difficoltà le maestre non si arrendono alla nuova scoperta delle lezioni “digitali”. “Alla fine noi maestre elementari siamo sempre le più pronte perché siamo capaci di cambiare, di rivoluzionarci, anche perché abbiamo a che fare con bambini che cambiano velocemente” racconta Rosanna, insegnante dell’Istituto comprensivo di La Morra, nelle Langhe. Dello stesso parere Incoronata, insegnante della scuola “Carlo Levi” di Barriera di Milano (D.D. A.S. Novaro), periferia nord di Torino: “Ci stiamo organizzando andando contro tutte le difficoltà del momento, la scuola è bella proprio perché è così, gli insegnanti si mettono in gioco e cercano di risolvere i problemi”.

 

 

 

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“]Il Coronavirus visto con gli occhi dei bambini[/aesop_content]

 Un modo per reagire agli eventi con un sorriso i bambini lo trovano sempre, inconsapevoli spesso della realtà delle cose. Ma cosa hanno capito davvero i bambini del Coronavirus? E come stanno vivendo queste settimane di vacanza forzata? L’abbiamo chiesto ad alcuni di loro. O meglio l’hanno fatto i  genitori per noi.

Gaia, 6 anni:

Irene, 8 anni:

Pietro, 12 anni:

Riccardo, 10 anni:

Leonardo, 8 anni:

Come Irene, 8 anni, vede il Coronavirus

Per esorcizzare la noia e la difficoltà nel rimanere chiusi in casa per tutto questo tempo i più piccoli stanno utilizzando il disegno. Durante la settimana è iniziato un passaparola via social o chat di classe che ha dato vita ad una singolare iniziativa: da nord a sud Italia sono apparse sul web foto di lenzuoli e striscioni colorati con pennarelli e tempere per dire “Andrà tutto bene”, da appendere ai balconi fino a sabato 14 marzo.

“Partecipa anche tu a questa simpatica iniziativa” esordisce il volantino virtuale che, nelle ultime ore, sta raggiungendo tramite smartphone tutti i genitori d’Italia. Tante sono le famiglie che si stanno cimentando nella creazione dello slogan #andràtuttobene, attorniato da un arcobaleno di buon auspicio. A partecipare anche la figlia del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che ha postato la foto sui social.

 

NADIA BOFFA 

VALERIA TUBEROSI