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Kimap, l’app che crea percorsi accessibili, e il suo rapporto con Torino

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“Torino è una città con vie larghe e porticati spaziosi. Certo, alcuni marciapiedi talvolta sono ostici, ma è moderna e adeguata all’accessibilità delle carrozzine”. Una prospettiva asciutta quella di Armando Dei, presidente della start-up Kinoa. Invalido da una decina di anni, Dei punta a garantire percorsi accessibili alle persone in sedia a rotelle. Nel pratico, cercare modi per valicare le barriere architettoniche presenti nelle città, e quindi consentire a chi è invalido di essere il più autonomo possibile.

La sua start-up ha infatti ideato un’applicazione, Kimap, che definisce la strada di percorrenza evitando punti sconnessi, gradini sbilenchi e scalinate. Creata nel 2017 “un po’ all’improvviso – racconta il co-fondatore dell’app, Lapo Cecconi – poiché in realtà era in programma la nascita di una strumentazione sportiva”, è un portale sotto forma di database che dà vita a mappe virtuali. Uno strumento ergonomico anche in termini di usabilità, l’applicazione dispone di strumenti che si modellano sulle necessità degli utenti (come font di varie dimensioni e comandi vocali, per esempio).

Lapo Cecconi, co-founder di Kimap

Evidenziando i fattori tempo, accessibilità e distanza, si tratta di una tecnologia che si autoalimenta grazie anche ai contributi degli stessi utenti. “È un’applicazione in continuo aggiornamento – spiega Cecconi –. Sul piano dei dati, o sfrutta quelli aperti a chiunque, raccolti e messi a disposizione dalle amministrazioni oppure ne inseriamo all’interno di nuovi”. In questo secondo caso partono sessioni di mappatura partecipata, organizzate con il supporto delle associazioni del territorio. L’obiettivo? “Rilevare dati in tempo reale – spiega Cecconi -. Per questo è importante scoprire strade e luoghi strategici accessibili: dai musei agli esercizi di pubblica utilità, dagli edifici pubblici fino ad arrivare ai ristoranti”.

Lo sbarco a Torino

Kimap era già sbarcata nel 2019 a Torino con “Torino Social Impact”, una sperimentazione di mappatura live delle sue strade col supporto di Nestea Italia. “Era un bel progetto che avrebbe integrato i dati sulla sicurezza stradale in un’ottica di smart city – ricorda Cecconi – Ma con il periodo del Covid-19 si è bloccato tutto”. Uno stallo superato nel giugno 2022, quando a bussare alla porta della start-up fiorentina che ha lanciato l’app è l’associazione Parent Project. Così nasce “Limitless: vivere la disabilità oltre i confini”, progetto sostenuto da Fondazione Crt che si concretizza in un pomeriggio all’insegna del crowdmapping.

Tre ore sotto il sole di fine giugno improntate alla mappatura di Torino per disegnare un percorso accessibile per chi è in sedia a rotelle, scardinando tutti i punti più frequentati dalla gioventù cittadina. A partecipare anche Letizia Sticca, psicologa e psicoterapeuta del centro ascolto Duchenne di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, riferimento regionale di Parent Project che segue una settantina delle migliaia di famiglie supportate a livello nazionale. “Abbiamo coinvolto tre famiglie torinesi di giovani adulti con la sindrome di Duchenne – spiega Sticca –. Questa sindrome è una malattia neuromuscolare degenerativa che colpisce i muscoli ed ha una sintomatologia progressiva. Per fortuna, rispetto a 20 anni fa c’è una prospettiva di vita superiore”.

I partecipanti alla giornata “Limitless” di crowdmapping a Torino dello scorso 22 giugno 2022

Partenza dalla stazione Porta Nuova e via, alla volta di piazza Carlo Emanuele II, nota ai torinesi come piazza Carlina. L’andatura è liscia, ma l’imprevisto è nelle entrate o nei bagni dei locali. “Molti locali che avevamo preselezionato di frequentare durante il percorso avevano uno scalino di troppo oppure il bagno nel cortile. Ci stava salendo lo sconforto nel segnare solo bandiere nere sui vari negozi, quindi abbiamo deciso di cambiare metodo in corsa e mappare esclusivamente ai punti realmente accessibili”. Per questo, alla fine, fra i promossi ci sono la stessa stazione e il museo Egizio. Bocciati invece due angoli centralissimi: quello tra via Bogino e via Maria Vittoria e l’altro fra piazza Carlo Felice e via Roma. “È stata un’esperienza proficua, per quanto fosse una sperimentazione – dice Sticca – Il progetto è ancora in corso e ci saranno altri briefing con la presenza di Armando Dei per comprendere al meglio l’uso dell’applicazione”. Il motivo è presto detto: “I ragazzi vogliono acquisire una piena autonomia nella mappatura delle città piemontesi, da Torino fino a Cuneo e Asti”.

Un nuovo turismo

“A monte dell’app c’è un’idea di turismo sostenibile e accessibile – evidenzia Cecconi – Vogliamo sì assicurare una mobilità in punti cittadini che erogano servizi di primaria necessità come farmacie e bagni pubblici, ma sin dall’inizio Kimap vuole fare da volano per portare chi vive in carrozzina anche fuori dal quartiere di residenza”. Questo perché “non è più il turismo di quindici anni fa – continua il co-founder di Kimap – Il fenomeno è in aumento, con sempre più attenzione dal periodo post-Covid, e in ottica economica porta numeri elevati visto che una persona in carrozzina spesso si fa accompagnare da qualcun altro”. Anche a questo proposito, chiosa, “servono città accessibili e sicure per tutti”.

Un ritrovo di crowdmapping all’Università di Firenze

Un esempio virtuoso? “Santander – risponde Dei –. Ha strade fatte a misura di carrozzina sola o accompagnata, ma è in Spagna in generale che le amministrazioni sono molto aperte al dialogo su questo tema”. Dialogo che comunque sta trovando spiragli pure in Italia: “Come Kimap, collaboriamo con il Comune di Firenze, una città dove oggettivamente ci sono vie del centro storico complesse, se non impossibili, da percorrere in carrozzina. Eppure, Palazzo Vecchio sta dimostrando una concreta sensibilità nel tentativo di creare marciapiedi più accessibili con gli scivoli e abbattere le barriere architettoniche”.

I prossimi obiettivi di Kimap

Nel breve periodo, l’imperativo di Kimap è espandersi anche nelle città del Sud Italia: “la prossima tappa potrebbe essere Siracusa”, anticipa Dei. Ma ci sono anche altre proposte che bollono in pentola. Tra cui l’uso dell’applicazione anche per le persone cieche. In primis con l’intento di “mappare tutti i semafori intelligenti presenti nelle città per creare appositi percorsi sicuri”, e poi puntando su output vocali durante la visita di itinerari e monumenti: “il prossimo step di Kimap sarà creare narrazioni turistiche per persone non vedenti e ipovedenti – conclude Cecconi -. Vogliamo garantire loro di vivere l’esperienza di un itinerario appieno, sfruttando apposite spiegazioni di guide turistiche che li facciano viaggiare con la mente e col corpo”.