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Il Tar Piemonte boccia la delibera “anti immigrati”. Intervista a Igor Boni, presidente Radicali Italiani

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Il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) Piemonte ha annullato la deliba della Giunta comunale di San Germano Vercellese del 9 agosto 2017. L’atto era stato approvato dalla squadra di assessori capitanati dalla sindaca leghista Michela Rosetta. L’ordinanza, ora definitivamente nulla, aveva per oggetto “la tutela del territorio sangermanese dall’invasione/immigrazione delle popolazioni africane e non solo”. Imponeva ai residenti che avessero voluto accogliere immigrati, di comunicarlo al Comune, pena una sanzione da 150 a 5.000 euro.

Il ricorso al Tar contro la delibera di giunta fu presentato nell’autunno 2017 da Igor Boni, attuale presidente nazionale di Radicali Italiani e da Marco Faccioli, cittadino residente in San Germano Vercellese, assistiti dal prof. avvocato Vittorio Barosio e dai legali Gabriele Molinari e Marco Briccarello.

Il tribunale ha rilevato un vizio di forma; in sostanza l’atto doveva essere approvato dal Consiglio comunale e non dalla Giunta. Inoltre, ai comuni non spettano competenze in materia di politiche migratorie.

“La forma è sostanza – commenta Igor Boni – Questa sentenza riporta giustizia. A nostro avviso l’atto della sindaca è di stampo razzista grave, approvato contro il principio di uguaglianza e i principi costituzionali. La delibera è stata approvata da più comuni d’Italia tutti a guida leghista o di sindaci simpatizzanti della Lega che, guarda caso, hanno poi ritirato l’atto dopo l’intervento del prefetto o dopo che sono piovuti altri ricorsi”.

Intanto, la sindaca Rosetta avrebbe ipotizzato di riapprovare la delibera, questa volta votandola in Consiglio comunale. I radicali sono pronti a una ulteriore battaglia al Tar, chiedendo questa volta il commissariamento e lo scioglimento del Consiglio comunale.

 

Igor Boni: “Questo governo non andrà avanti”

 

Presidente, in Italia c’è un vero rischio di razzismo?

“Più che razzismo credo ci sia una recrudescenza di odio, gli uni contro gli altri, alimentato da alcune dichiarazioni politiche. E non si tratta solo di Salvini e della destra. La storia del citofono è solo l’ultima follia in ordine temporale. Salvini per me non è un nemico da abbattere. Non voglio cancellare Salvini, voglio cancellare le politiche di Salvini”.

Questo governo giallo-rosso riuscirà a superare lo scoglio del voto di domenica prossima in Emilia? Ieri, il ministro Luigi Di Maio ha presentato le dimissioni da capo politico del MoVimento 5 Stelle…

“È molto difficile prevedere cosa accadrà in Italia. Penso che questo governo non supererà il voto emiliano e non riuscirà ad andare avanti. Non vedo discontinuità con l’esecutivo precedente: i decreti sicurezza sono tutti lì, il memorandum Italia Libia non è cambiato, lottiamo ancora affinché vengano ripristinati la prescrizione e lo stato di diritto”.

 

Non vede cambiamenti nemmeno sulle politiche migratorie?

“Certamente il ministro Lamorgese è meglio anni luce da Salvini. I toni sono cambiati, ma la sostanza è sempre quella. C’è difficoltà ad avere accesso ai porti. C’è in ballo una questione di diritti umani in Libia dove è in corso una guerra civile e ci sono accordi con le bande criminali libiche”.

 

Qual è l’alternativa al governo?

“Occorre costruire una opposizione alternativa che non abbia nulla a che fare con l’opposizione postfascista, leghista, razzista, xenofoba rappresentata dalla destra estrema”.

 

Chi potrebbero essere i vostri interlocutori di questa opposizione?

“Calenda potrebbe essere un valido interlocutore. Poi ci sono alcuni settori del Partito Democratico. Renzi può essere un interlocutore. Però occorre una discontinuità col passato, non solo nei toni. Lo scontro non è più banalmente tra destra e sinistra, è tra chi vuole costruire un’Europa che sia casa di tutti e chi vuole invece distruggerla dopo settant’anni di pace”.

 

La soluzione è andare a nuove elezioni?

“Conte che succede a sé stesso è uno dei più gravi episodi di trasformismo politico italiano. La speranza è che nasca un nuovo governo col nostro appoggio (+Europa) e con il sostegno del Pd e del M5S. La nostra costituzione lo prevede. Se ciò non dovesse accadere, allora sarebbe meglio andare a nuove elezioni”.

 

Ma molto probabilmente vincerebbe la destra. Non ha paura?

“Certamente, ho molta paura. Ma il rischio è che, mentre uno ha paura delle elezioni, la realtà sia peggiore di quella che si prospetta”.

NICOLA TEOFILO