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Torino ricorda, 74 anni dopo

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Bandiere, sciarpe e felpe granata, tutte con la scritta “Forza Torino”. A indossarle i numerosi tifosi del Toro intervenuti questa mattina, 4 maggio 2023, per la commemorazione del 74° anniversario dell’incidente aereo di Superga dove morì tutta la squadra. Per l’occasione all’interno del cimitero della città, don Riccardo Robella ha benedetto le tombe di alcuni giocatori. Forte la commozione dei familiari presenti e dei membri dell’associazione Ex calciatori granata.

“Erano ragazzi giovani – dice l’attuale presidente del Torino Urbano Cairo – hanno fatto la storia della nostra società. La città ha ancora un legame molto forte”. Sempre all’interno di questo luogo commemorativo è presente un monumento a loro dedicato. Ricorda la curva di uno stadio.

“Il mio intento è stato quello di rappresentare quel tragico 4 maggio 1949 – racconta l’architetto del progetto, Luciano Cappellari -. I tifosi erano all’interno dello stadio e aspettavano la loro squadra. Ho fatto incidere la parola Toro 31 volte proprio per ricordare il numero dei giocatori morti”.

Davanti alla curva c’è una sciarpa, una porta e una palla da calcio. “Sono i simboli fondamentali del mondo calcistico e trasmettono il legame che la città continua avere con il Grande Torino”.

Una giornata di storia e dolore per la città di Torino, che non si ferma qui. Dopo la tappa al cimitero, i granata si sono diretti in piazza Galimberti, nel Borgo Filadelfia accanto allo storico stadio, per intitolare il parco a nome dell’ex calciatore Valentino Mazzola. “Una giornata di tristezza – ricorda Cairo – ma 74 anni dopo siamo ancora qui a ricordare quei ragazzi del Toro. Vuol dire che hanno fatto davvero qualcosa di grande”.

Un incontro tra presente e passato che ha visto alcuni giocatori storici granata stringersi intorno alla targa accanto ai calciatori di adesso. Abbracci, sorrisi e tanti aneddoti da raccontare. Presente anche Stella Mazzola, nipote di Valentino, che ha ricordato lo zio a fianco del presidente Cairo e del sindaco Stefano Lo Russo. “Questa squadra si allenava sotto le bombe – racconta Lo Russo – e pensava a giocare a pallone nel pieno della più grande tragedia che l’Europa stava vivendo”. E aggiunge: “Il Grande Torino ha rappresentato un momento di rinascita per la città”.

Qualcuno, tornando ai giorni nostri, gli chiede se c’è davvero un’interlocuzione per il passaggio dello stadio Filadelfia al Torino. “La città di Torino ha la proprietà dell’impianto, ma c’è di mezzo una questione patrimoniale”. Ma rassicura: “Sono allo studio diverse ipotesi, faremo delle valutazioni con la società granata sul contratto di concessione, anche perché è in imminente scadenza”.

Dopo la commemorazione alcuni tifosi sono partiti in bicicletta dallo stadio Filadelfia alla volta di Superga dove, come ogni anno, si ricorda la caduta di quei campioni che “solo il Fato vinse”. Qui è stato Alessandro Buongiorno, giovane centrale granata, autore di un gol proprio ieri contro la Sampdoria, a leggerne i nomi, come ogni anno, di fronte alla stele che ricorda il tragico schianto.

Alcuni ex giocatori del Torino, tra cui (da sinistra) Nello Santin, Giuseppe Pallavicini, Claudio Sala