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I diritti dei minori tra diritto di cronaca e tutela della privacy: una tavola sulle esigenze dei più giovani

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Si è svolto oggi, 21 aprile, l’incontro promosso dal tavolo interistituzionale e interprofessionale minori e informazione Tuttinrete, progetto nato nel 2007 grazie a un gruppo di professionisti del giornalismo, dell’avvocatura, della magistratura e dell’educazione, con lo scopo di difendere i diritti dei minori nel mondo dell’informazione, tutelati dalla Carta di Treviso del 1990.

L’incontro, intitolato “Scrivere di persone di minore età”, si è svolto in due parti: la sessione mattutina è stata moderata dall’Avvocato Stefano Ardagna, presidente della Camera Minorile di Torino, e ha visto gli interventi di Chiara Caucino, assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte; Biancamaria Moschella Biancardi, referente del Tavolo; Alessandro De Cillis, presidente Corecom Piemonte; l’avvocato Germana Bertoli, membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino; Paola Damiani e Giuliana Passero, dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte; la psicologa Daniela Morero e l’agente di Polizia municipale Marcello Di Lella.

L’ assessore Chiara Caucino introduce l’incontro parlando della necessità di diffondere la cultura della tutela dei diritti della minore età, affrontando temi delicati come il cyberbullismo senza però lasciarsi trasportare dal sensazionalismo. “Bisogna continuare nel solco della Carta di Treviso, in modo da conciliare libertà d’informazione e tutela della privacy dei minori, evitando di sprofondare nella violenza mediatica”.

“Sono lunghi i tempi necessari per maturare una crescita culturale, ed è necessario avere gli strumenti giusti”, sostiene la dottoressa Biancardi. “Siamo partiti da un lavoro estremamente impegnnativo: il glossier, stampato nel 2018 grazie all’aiuto della Regione. Si tratta di un glossario ma anche di un dossier; lo spirito di Tuttinrete è unire tutti nel segno del rispetto della minore età, con i minori che devono essere tutelati e al tempo stesso vanno aiutati a tutelarsi. Stupisce che famiglie e ragazzi non abbiano contezza di ciò che si può dire e ciò che invece è meglio non rendere pubblico. Se non si lavora su questo scivoleremo sempre più in basso, come singoli e di conseguenza come società nel suo complesso”.

Alessandro De Cillis, presidente del Comitato regionale per le comunicazioni, si concentro sul fenomeno del cyberbullismo, che ha assunto dimensioni preoccupanti dopo il primo lockdown: “I giovani hanno subito questo momento di trasformazione determinato dalla pandemia. Ma una legge per combattere il cyberbullismo c’è ed è la legge Ferrara del 2017, recepita dalla legge regionale 2/2018 che garantisce un monitoraggio territoriale dei fenomeni di cyberbullismo. Il nostro lavoro è però incentrato sulla prevenzione, per fare in modo che questi eventi non si verifichino, grazie a una maggiore educazione”.

Germana Bertoli sottolinea la funzione sociale dell’avvocato, in presenza ma soprattutto in assenza del curatore speciale: “Troppo spesso si fa prevalere l’interesse degli adulti sulla tutela della minore età. Non bisogna mai dimenticare che la legge attribuisce agli avvocati un valore sociale. Si va verso un’evoluzione della normativa, per garantire un’autonoma difesa ai minori, rendendoli più indipendenti dagli adulti, troppo spesso poco interessati a tutelarli adeguatamente. L’avvocato dev’essere ago della bilancia tra diritto all’informazione e tutela dei minori, un ruolo delicatissimo”. Vi è poi la questione sul diritto all’oblio, che non può essere garantito fino in fondo con il web. “In rete un’informazione resta un tempo illimitato, impedendo una definitiva cancellazione. Il ruolo dell’avvocato non finisce con il rispetto delle norme processuali, ma con l’osservazione dei criteri deontologici. È indispensabile una regolamentazione delle condotte che devono assumere gli avvocati nell’esercizio della loro professione, ad esempio mediante un vademecum per impedire agli avvocati di rivelare informazioni riservate ai media. Il rispetto per i minori viene prima del diritto di cronaca”.

Paola Damiani e Giuliana Passero affrontano il ruolo della scuola nella tutela dei minori, in particolare sul linguaggio utilizzato dai docenti: “Ogni bambino per crescere ha bisogno di sentirsi incluso, e in questo il modo di comunicare è fondamentale. Lacan diceva che le parole ci lasciano dei segni, ci crivellano. Cambiando il linguaggio si può scrivere una storia nuova”.

La psicologa Daniela Morero si concentra sui traumi che un’informazione poco accurata può infliggere ai minori: “Leggere o vedere immagini e video riguardanti eventi spiacevoli in cui sono coinvolti può far rivivere un trauma precedente non ancora elaborato. Questo andrebbe a compromettere la sua dignità”.

Marcello Di Lella, agente della Polizia municipale di Torino, elenca i rischi in cui può incorrere un minore sul web: “Pedofilia, dipendenza da videogiochi, social network e gioco d’azzardo digitale, cyberbulling e truffe telematiche. ” Il momento più critico è tra la prima e la terza media, nel pieno dello sviluppo cognitivo”. Di Lella parla anche dell’esigenza di insegnare educazione sessuale: “L’Italia è l’unico paese in Europa a non prevedere l’insegnamento obbligatorio dell’educazione sessuale a scuola, ma serve coordinamento anche con i genitori.”

Nella sessione pomeridiana, moderata da Ylenia Serra, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Piemonte, sono intervenuti Emma Avezzù, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino; Sonia Schellino, Vicesindaca della Città di Torino; Gianfranco Quaglia, Presidente del Comitato di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte; Paola Fuggetta, responsabile dell’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili della Questura di Torino; Antonina Scolaro, Avvocato in Diritto di Famiglia, dei Minori e delle Persone; il giudice minorile Dante Cibinel e il professor Alberto Parola, docente di Pedagogia Sperimentale all’Università di Torino e Presidente del centro di Ricerca Cinedumedia.

Emma Avezzù ricorda i doveri del giornalista nei procedimenti giudiziari che coinvolgono i minori, dove la divulgazione delle notizie relative ad essi esplicitamente vietata. “Spesso ho dovuto denunciare alla procura casi del genere, ora ne vedo molti meno, le ultime generazioni sono più attente alla tutela dei minori. Spero sia servito da deterrente.” Sonia Schellino ricorda le responsabilità degli amministratori: “È compito della politica rendere i minori i cittadini del futuro”

Gianfranco Quaglia evidenzia i passi in avanti fatti dai giornalisti nella sensibilità sul tema: “Questa maggiore consapevolezza non è dovuta solo all’introduzione della Carta di Treviso, l’approccio verso queste tematiche è cambiato radicalmente”.

Dante Cibinel testimonia la sua esperienza come magistrato, chiudendo con un ammonimento: “Bisogna esprimere giudizi nella consapevolezza della fallibilità dei nostri giudizi, non in termini di certezza, e sempre nel massimo rispetto di chi ci troviamo di fronte, a prescindere dalla sua vicenda personale.”

Conclude l’incontro il professor Alberto Parola, esperto di comunicazione digitale: “L’educazione ha bisogno di lentezza, mentre la comunicazione accelera sempre di più. Scrivere di persone di minore età significa scrivere utilizzando diverse tipologie di scrittura: dal linguaggio parlato al video, passando per la fotografia. È importante per i giovani lo sviluppo di un pensiero critico, che però è un concetto astratto associato al pensiero creativo, narrativo, computazionale e sistemico. Fondamentale è fare media education, ovvero educare con i media (sapendo utilizzare i vari strumenti tecnologici), ai media (sviluppando spirito critico) e per i media (formare per permettere di lavorare nel mondo digitale). Occorre costruire nuovi approcci educativi e comunicativi per favorire una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza più attenta, efficace e consapevole”.