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Giornata della lotta all’Aids, un giro in tram dopo il test

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“Se mi rompo il labbro per il freddo rischio di prendere l’Hiv?”. I volontari di Lila, la Lega italiana per la lotta all’Aids, hanno risposto a questa e altre domande a bordo di un tram storico della Gtt. In occasione della giornata mondiale contro l’Aids, venerdì 1 dicembre è stato installato un capannone in piazza Carlina, dove hanno effettuato test gratuiti e in forma anonima dalla mattina alla sera. E nell’attesa tra l’esame e il suo esito, si poteva approfittarne per fare un giro in centro a bordo di un tram storico. “Lo abbiamo affittato per ingannare l’attesa – racconta Salvatore Iossa, volontario della Lila – e nel frattempo fare informazione. Ci siamo accorti che soprattutto i giovani conoscono poco il tema e spesso hanno domande e perplessità”.

A bordo del tram sono stati appesi sei cartelloni, in lingue diverse, che spiegano cosa sono l’Hiv e le infezioni sessualmente trasmissibili, come fare prevenzione e come curarle. “Sapete cosa significa l’acronimo Hiv?”, chiede Salvatore alle ragazze, giovanissime, salite per prime. Le domande sono tante, e anche la fila per i test è sempre più lunga: ieri sono state testate circa 80 persone.

Non solo per i ragazzi

Lila organizza eventi di questo tipo ogni mese, sia all’Università di Torino sia accanto a locali che ospitano eventi serali. Il target principale sono soprattutto i giovani, “alcuni pensano ancora che l’Hiv si trasmetta con la saliva – spiega Salvatore –. L’interesse è tanto anche perché i ragazzi sentono meno lo stigma sociale che invece colpisce le altre generazioni. E non va bene, perché ad esempio tra gli ultrasessantenni il virus sta aumentando: inizia la menopausa, si esclude la possibilità di gravidanze indesiderate, e allora non si usa il preservativo. Ma è sbagliato e infatti questo problema riguarda soprattutto le persone eterosessuali, che non si proteggono dalle infezioni ma cercano solo metodi anticoncezionali”. 

Delivery test

“Anziché portare cibo noi spediamo a casa degli autotest da fare, per chi volesse avere la massima privacy”, spiega Salvatore. Per chi avesse bisogno c’è anche la possibilità di ricevere un supporto da remoto. Un servizio nato durante il periodo Covid che Lila ha deciso di mantenere anche “per chi non se la sente a venire di persona per colpa dello stigma sociale”.