La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

“I giornalisti raccontino storie sconosciute!”, Alex Zanotelli contro il razzismo

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Ci sono storie dal mondo che nessuno racconta, di cui bisogna avere il coraggio di parlare, prima che addirittura lo facciano le pietre. Questo è il ruolo dell’informazione secondo Padre Alex Zanotelli che al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia ha parlato del suo ultimo libro “Prima che gridino le pietre”, una raccolta di dialoghi e riflessioni con Valentina Furlanetto, giornalista di Radio 24 e il Sole 24 ore. Il libro è un manifesto contro il razzismo dei giorni nostri che secondo Zanotelli ha radici profonde: esiste una bolla d’odio da cui uscire, per permettere alla gente di vedere la realtà con altri occhi, quelli di un giornalista che fa il suo lavoro in modo critico, e più spesso autocritico. Zanotelli sa bene cosa voglia dire raccontare situazioni di crisi dopo averle toccate con mano e averne percepito la gravità: è un missionario comboniano, ha vissuto molti anni in Africa, Sudan e Kenya, spesso criticato dagli stessi governi perché a sostegno dei più deboli. Grazie alla sua attività è riuscito a fondare e dirigere Nigrizia, che da mensile d’informazione religiosa è diventato un giornale d’informazione sulla situazione socio-politica dell’Africa. La sua missione ora è diversa, ma ugualmente complicata: si è trasferito a Napoli, nel quartiere Sanità.

Si parla soprattutto di Africa, quindi, parte di quel Terzo Mondo che chi è nato dalla parte “fortunata della Terra” non conosce mai per davvero, se non per ciò che ha sentito dire qualche volta per caso. “Rompiamo il silenzio sull’Africa.” Il religioso sottolinea come se ne parli solo durante una strage, e non sempre, dato che, per esempio, del ciclone dei giorni scorsi in Mozambico non si è saputo quasi nulla. La disinformazione può creare pregiudizi e portare a rancori sopiti, sviluppando un sentimento d’odio verso l’altrui che non si conosce, come il nero o l’islamico.

Imputare ai giornalisti la colpa di questa disinformazione vorrebbe dire, tuttavia, non conoscere le dinamiche economico-finanziario del mondo moderno per cui pochi hanno tutto: secondo un rapporto dell’ONU il 10% della popolazione mondiale consuma da solo il 90% dei beni, e questo, secondo l’autore, sta distruggendo l’ecosistema mondiale, entro il 2050 avremo 250 milioni di rifugiati climatici, che arrivano principalmente dall’Africa.  Sei tra i più ricchi uomini del mondo sono padroni del web, quindi responsabili dell’informazione mondiale. “Alcune cose si possono raccontare, ma solo fino ad un certo punto” commenta Padre Zanotelli che continua: “Se ogni giornalista avesse un minimo di coscienza riuscirebbe a trovare le strade per informare, non chiedo eroismo ma la volontà di far passare le notizie.”

Il racconto deve essere visto, quindi, come sinonimo d’incontro con l’altro perché come dice il missionario: “Io non sono altro che le persone incontrate nella mia vita. Ma per accogliere oggi dobbiamo fare un passaggio fondamentale: incontrare l’altro. Se tutte le civiltà e le culture riusciranno ad intersecarsi avremo la convivialità delle differenze, se questo non avviene saremo destinati a sbranarci.”

VALERIA TUBEROSI