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Gallina: “Il declino di Stellantis avrà un impatto crescente”

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“Il declino di Stellantis preoccupa e avrà un impatto crescente. Ci sono segnali di diversificazione nella componentistica che rappresentano la sua scelta globale di guardare al territorio come a tanti altre realtà”. E ancora: “Davanti al calo dell’industria, bisogna lavorare sull’incremento della produttività e sull’attrattività di Torino. Non basta la visita di Byd a Mirafiori per produrre batterie”. Così il presidente della Camera di Commercio di Torino, Dario Gallina, a margine della presentazione dei dati sulla nascita e chiusura di imprese in città e provincia nel 2023.

Un anno contraddistinto da più aperture che cessazioni, con un tasso di crescita positivo (+0,45%) per il quinto anno consecutivo. Sotto la media nazionale (+0,7%), sopra quella regionale (0,14%). Ma quelle quasi 12.500 nuove iscrizioni rappresentano il valore più basso degli ultimi 15 anni, eccetto il 2020 marchiato dalla pandemia. Per questo motivo, le sedi registrate e attive restano sostanzialmente stabili. In tutto sono 222.538, calate di 487 unità dall’anno precedente e di 4.670 in 10 anni.

Quali imprese?

Il 95% delle imprese ha meno di 10 addetti; sebbene a Torino, dal 2014 a oggi, le piccole imprese siano incrementate del 6,2% e le medie e grandi del 9,2%. A livello geografico, è proprio il capoluogo ad accogliere più aziende, seguito da Moncalieri (5.288), Rivoli (4.178) e Pinerolo (3.585).

Si espandono le imprese straniere sul territorio: +2,9% dal 2022 al 2023. La maggiore presenza è della Romania (23,2%), a cui seguono Marocco (14,1%), Cina (7,1%) e Albania (5,2%). Il 27% delle imprese extra italiane sono al femminile e sono mediamente più giovani di quelle italiane. Ciò nonostante, in linea di massima le imprese femminili frenano (-0,19%) mentre quelle giovanili perdono 416 unità da un anno all’altro.

Sul fronte della natura giuridica, l’impresa individuale resta la capofila (ha un peso del 53%) ma le società di capitale hanno chiuso il 2023 con un più 3,33%. E sono l’unica forma giuridica in espansione nell’arco di dieci anni, con l’incremento dal 17 al 23%. Le società di persone risultano ridimensionate: dal 2014 sono passate dal 27 al 21%.

Calano le cooperative, stabili i consorzi. Irrobustimento e resilienza delle imprese che si traducono in un tasso di sopravvivenza crescente. Dal 2022 al 2023 si parla di +0,4%. Allargando lo sguardo a dieci anni prima, però, il salto è del 10,6%.

I settori

Davanti a un tessuto imprenditoriale in mutamento, Torino abbraccia sempre più turismo, edilizia e servizi e lascia per strada industria, agricoltura e commercio. Sono i servizi dedicati alle imprese il settore più consistente nell’area metropolitana con oltre 59mila imprese (+0,7% per il terzo anno di fila). Crescono la consulenza, le agenzie pubblicitarie, le imprese di pulizia e i servizi finanziari. Calano, invece, trasporti e magazzinaggio.

L’industria manifatturiera si riduce a 19.601 imprese totali. Soffrono i trasporti (-4,4%  dal 2022 al 2023) con contrazioni nella fabbrica di autoveicoli, rimorchi, così come nella costruzione di apparecchi elettrici ed elettronici.

Segno meno anche per il commercio che ancora rappresenta il 23,7% delle imprese totali, pari a 52.805 attività. A crescere sono solo l’ala autoveicolo, la loro manutenzione e riparazione, e l’e-commerce (+9,1% nel 2023). In flessione le sfere del commercio ambulante (-3,5%) e al dettaglio, in cui la crisi batte più che altro su edicole, calzature, panetterie e pasticcerie.

Bene poi il settore costruzioni, le cui unità imprenditoriali sono cresciute dell’1% grazie all’eco bonus e i vari incentivi di respiro nazionale. Ma il balzo più consistente è nei servizi che ormai contano 17.124 imprese. Soprattutto quelli alla persona (+17,5% in dieci anni) che vede nell’istruzione il trend migliore (+24,1%). Performance di spicco anche per i servizi alle imprese, in continuo aumento dal 2017, grazie al sostegno di supporto con funzioni di ufficio come convegni, fiere, ecc.

Infine, il turismo. Bed & breakfast e affittacamere raddoppiano in dieci anni. Nello stesso periodo gli hotel crollano dell’11,2%. Ma le imprese turistiche torinesi, che racchiudono anche i servizi di alloggio, diminuiscono per il terzo anno di fila. Sono 15.385 in tutto.

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