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Torino, in 200 marciano intorno Mirafiori per clima e lavoro

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Oltre 200 persone in marcia intorno alla fabbrica di Mirafiori. Due ore di camminata lunga cinque chilometri per un percorso che non veniva battuto da una manifestazione almeno da 45 anni. Nella mattinata di sabato 24 febbraio, quella organizzata da Alleanza Verdi-Sinistra Italiana dedicata a clima e lavoro è partita dalla porta 5 di corso Agnelli, raccogliendo cittadini, politici e una nutrita delegazione Fiom-Cgil.

Tra bandiere verdi e rosse, biciclette sottobraccio, le note di “Contessa”, “Bella ciao” e canzoni di Francesco Guccini di sottofondo, hanno sfilato in centinaia. Tutti schierati dietro allo striscione che recitava: “Per la piena e buona occupazione nella transizione ecologica”. Oltre al segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni e il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, ad aprire la fila c’erano anche il vice presidente di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, e gli assessori della Città di Torino, Gianna Pentenero e Jacopo Rosatelli.

I motivi della manifestazione

Spingere l’acceleratore su una produzione green, avviare un nuovo tavolo nazionale di confronto tra governo e Stellantis, salvare l’occupazione e incentivare un ricircolo generazionale. Sono state queste le rivendicazioni dei partecipanti. 

E a sottolineare i motivi che hanno portato al lancio della manifestazione, ci ha pensato Grimaldi: “Veniamo da più di 17 anni di cassa integrazione – dice – e siamo qui per dire che si possono ancora progettare e produrre auto a Torino. La transizione ecologica deve rilanciare questo stabilimento. Finora è evidente solo che la Topolino è finita in Marocco, la Seicento in Polonia e c’è il rischio della 500 elettrica in Serbia”. Sull’apertura di Stellantis alla produzione di auto elettriche all’azienda cinese Leapmotor, Grimaldi poi reclama di tenere alta l’attenzione: “Ben venga – rimarca -, ma che questo non sia un alibi per portare fuori la 500 elettrica da qua”.

Sullo sfondo, intanto, sfilavano anche alcuni metalmeccanici e carrozzieri. Come Stefano Napolitano, operaio di Mirafiori dal 1989: “Da 12mila lavoratori ora ci sono 866 impiegati nel mio comparto”. Oppure Ivan Finotello, 45 anni: “Le produzioni sono agli sgoccioli, ci restano solo la 500 elettrica e un po’ di Maserati. Vediamo solo casse integrazione”.

Voci della politica

Questa volta ha colto la palla al balzo Nicola Fratoianni: “Siamo fuori dalla realtà – ha affermato -. La redistribuzione della ricchezza è un nodo che va affrontato: andrebbe introdotto qualche elemento di proporzionalità di guadagno”. Poi un appello al governo: “Per salvare le filiere industriali in questo Paese bisogna puntare sulla riduzione degli orari di lavoro”.

Per Angelo Bonelli, invece, “questo Paese sta rinunciando all’innovazione tecnologica e il governo sta subendo la scelta prima di ex Fca di andare all’estero e ora di non essere competitivi nella trasformazione del settore automotive verso l’elettrico”. Le conseguenze, secondo lui, sono chiare: “Ci sarà un problema serio in termini di ricaduta occupazionale”.

A quel punto, ha preso parola anche la consigliera comunale torinese di Avs, Alice Ravinale: “In questi 3 milioni di mq di stabilimento lavorano solo 12 mila persone e metà degli spazi sono inutilizzati, vuoti – ha detto -. Di questo passo i lavoratori saranno sempre meno dato che Stellantis sta proseguendo con gli incentivi all’esodo. Non possiamo lasciar spegnere questa attività che in tutto il Piemonte con l’indotto conta 32 mila persone”.

Nella calca è spuntata anche Gianna Pentenero. Dopo che ieri, 23 febbraio, l’assessora al Lavoro di Torino è stata ospitata al convegno della Fiom-Cgil di Torino dal titolo “L’industria non è finita”, dove non sono mancate accuse del sindacato sull’assenza del sindaco Stefano Lorusso, l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli non ha dubbi: “Questo dimostra l’impegno del Comune che vuole avere un ruolo cruciale in questa vertenza in difesa degli occupati”.

La fine della manifestazione

Dopo due ore di camminata partita da corso Agnelli, passando da corso Luigi Settembrini e corso Orbassano la tappa finale è stata il raduno davanti alla porta 2 di corso Enrico Tazzoli. Hanno chiuso la mattinata due interventi, il primo di Benedetta Scuderi, portavoce dei giovani Verdi europei, e il secondo quello dell’ex eurodeputata e scrittrice Luciana Castellina.

“L’hub di economia circolare di Stellantis non è una vera misura a favore dell’ambiente – ha scandito al microfono Scuderi -. L’intero pianeta sta attraversando una crisi climatica: non possiamo permetterci greenwashing”. Parola poi a Castellina, 94 anni, che ha ricordato come Mirafiori sia stata “un’agorà di idee e fermento politico per chi voleva cambiare il mondo. Adesso la sfida delle nuove tecnologie rischia di far calare l’occupazione del 75%. Dobbiamo insistere con rivendicazioni che portino a ripensare l’intero mondo del lavoro, iniziando dalle ore lavorative”.