Più di mille studenti e studentesse sono scese in strada venerdì 14 novembre a Torino, davanti alla stazione di Porta Susa. La mobilitazione è stata organizzata dal movimento Fridays for future per riportare l’attenzione sulla crisi climatica in corso. Il corteo, però, ha raccolto diverse rappresentanze: dai collettivi studenteschi come Cau e Cambiare rotta alla rete Resistenza verde. Tra la folla si vedevano bandiere palestinesi, no Tav, di Extinction rebellion e dei sindacati di base.

La piazza ha unito istanze per il clima, per la fine del genocidio in Palestina e l’opposizione al governo Meloni. “Oggi scendiamo in piazza in tutta Italia per ribadire la nostra totale opposizione a questo governo, che taglia i soldi alle scuole e ai lavoratori. Ci portano via presente e futuro. Per questo ogni venerdì scendiamo in piazza e blocchiamo tutto”, ha detto al microfono un manifestante. Anche la Cop30 è stata protagonista del corteo. “Siamo costretti ad avere fiducia nella Cop – ha dichiarato un membro di Fridays for Future -, perchè è l’unico strumento istituzionale sul tema del clima. Nonostante questo, ha già disatteso i suoi obiettivi”.
Il corteo è partito in mattinata da piazza XVIII Dicembre. Al momento del suo passaggio la stazione di Porta Susa era chiusa e la polizia era schierata dietro gli ingressi. Lo stesso è accaduto alle Officine grandi riparazioni, dove i reparti della celere presidiavano i cancelli dall’interno. Poi i manifestanti sono passati da corso Stati Uniti e in corso Duca degli Abruzzi. Al grido di “blocchiamo tutto” si sono separati: una parte ha svoltato in corso Re Umberto, un’altra ha proseguito in corso Vittorio Emanuele II per dirigersi a Porta Nuova.
