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Green pass per le discoteche: Torino torna a ballare?

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Il fragore dei bassi che risuona per la sala, dove una folla di sconosciuti balla all’unisono sulle stesse note. Dopo un anno e mezzo di silenzio, l’estate potrebbe riaccendere la musica nei locali notturni. Liverpool, Amsterdam, Barcellona e adesso anche l’Italia. Il Praja di Gallipoli e il Fabrique di Milano saranno i campi di prova per il ritorno in discoteca, rispettivamente all’aperto e al chiuso, tramite utilizzo del Green pass.

L’iniziativa di Silb-Fipe, Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, prevede che l’accesso ai due locali sia consentito “esclusivamente a chi ha effettuato il tampone nell’arco delle 36 ore precedenti all’evento e a chi ha già ricevuto almeno una dose di vaccino. L’obiettivo è trasformare le sale in bolle covid-free – dice Barbara Zagami, presidente del consiglio dei Club Torino e vice presidente Silb Torino – Gli utenti saranno poi sottoposti nuovamente a tampone sei giorni dopo, per verificare la presenza di contagi. La decisione è stata presa coinvolgendo anche diversi virologi esperti, che si occuperanno di valutare i risultati e di condividerli con il Comitato tecnico scientifico. Si spera siano favorevoli e possano dare una spinta alla ripartenza del settore, che è l’unico a non avere ancora una data di riapertura certa.”

I primi in attesa sono, ovviamente, i proprietari dei locali. Alessandro Mautino, presidente del coordinamento regionale del Silb e dell’Associazione esercizi pubblici di Torino – oltre che titolare della discoteca torinese Milk – prospetta fiducioso un’evoluzione positiva. “Non abbiamo ancora indicazioni precise, ma nella cabina di regia si è iniziato finalmente a parlare di riapertura. Lo ha confermato ieri il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, in un incontro della Fipe. La prudenza è ancora tanta, ma si intravede uno spiraglio per luglio.”

I lavoratori del settore non sono, però, tutti ottimisti. Matteo Brigatti è, insieme a Cristina Baù, il fondatore di Genau, organizzazione torinese centrale nel panorama degli eventi di musica techno ed elettronica. Da qualche anno anche etichetta discografica, Genau riempie i locali notturni con nomi nazionali e internazionali e prevede di farlo anche quest’estate, ma esclusivamente all’aperto. “Purtroppo riteniamo che al momento il modello del Green pass non sia applicabile, – dice Brigatti – considerando che una percentuale esigua della popolazione ha già ricevuto la seconda dose di vaccino e che soprattutto i più giovani, il nostro pubblico principale, saranno ancora scoperti ad agosto. Non ci sembra, inoltre, eticamente corretto proporre musica e cultura a solo una fascia “eletta” di popolazione.”

Il problema poi è, inevitabilmente, anche economico. Se per alcuni la prospettiva di una ripartenza non può essere altro che motivo di conforto, per altri, stremati da oltre un anno di chiusura, i costi per l’adeguamento alle misure di sicurezza sono motivo di preoccupazione. “Le spese per i controlli sanitari e tamponi non possono essere scaricate né sull’organizzazione né sul pubblico. Il modello del Green pass è attualmente l’ideale per i grandi festival, che con gli sponsor possono permettersi di sostenere questi costi.” Niente eventi “danzanti” firmati Genau, quindi; quantomeno per l’estate. Ma questo non vuol dire niente musica: “Per ora stiamo rispolverando la proposta di live e Dj set elettronici in orario preserale – dato anche il paletto del coprifuoco – in location all’aperto. Ci sono già degli accordi con diversi locali, ma nessuno di questi prenderebbe in considerazione il ricorso al Green pass. Saremo quindi focalizzati sull’ascolto più che sul ballo, ma ci saranno quantomeno nuove occasioni di socializzazione e di proposta musicale e culturale in presenza.”

Ma per un settore fermo da oltre un anno, l’ipotesi di una riapertura non basta. “In Piemonte i locali sono stati chiusi ancor prima dell’arrivo del Dpcm. – ricorda Mautino – Ad eccezione di una parentesi di 20 giorni, che ha interessato solo l’esiguo numero di sale all’aperto, l’80% non riapre da 15 mesi. Le ricadute economiche sono devastanti, anche perché i nostri locali sono generalmente di grandi dimensioni, pertanto i costi di manutenzione e affitto stanno diventando insostenibili. I sostegni hanno messo qualche pezza, ma molti titolari si sono oltremodo indebitati e si stima che il 30% di loro rischia di non riaprire la propria attività. Bisogna promuovere una politica di rilancio e accompagnamento, che faccia da volano alla ripartenza. Alcune norme potrebbero poi essere modificate per venirci incontro, come il divieto di somministrazione degli alcolici dopo le 3, unico caso a livello europeo, o il coefficiente di capienza, che in Italia è circa la metà del livello medio in Europa. Vogliamo lavorare rispettando le regole, ma vogliamo farlo con regole più sostenibili, che ci permettano di recuperare nei prossimi anni quello che è stato perso.”