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Eposistema: bilancio positivo e lacrime alla presentazione finale

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Sono tanti gli occhi lucidi alla presentazione dei risultati finali di Eposistema. 150 eventi con 700 persone coinvolte, tra cui 200 studenti, in 15 mesi: è questo il bilancio del progetto ospitato dal circolo dei Canottieri Esperia, che ha vinto il bando della Fondazione Compagnia di San Paolo.

L’iniziativa aveva l’obiettivo di offrire gratuitamente e a tutte le persone momenti di condivisione, divulgazione e azione, unendo fiume, collina e città: sport, scienza e natura, attraverso il canottaggio, sono stati i protagonisti degli appuntamenti, mentre “vivo, difendo, sono e scopro” è stato il motto del percorso. Uscite di clean-up, formazioni sul benessere individuale, incontri sulla corretta alimentazione ed eventi sportivi per le famiglie sono solo alcuni degli eventi che hanno animato il circolo Esperia dall’ottobre del 2022.

Luisa Piazza, consigliera e coordinatrice di Eposistema, ha annunciato che il progetto non si ferma qui: è già in cantiere l’Eposistema day, un appuntamento annuale che il circolo Esperia vuole organizzare per ritornare sui temi affrontati in questi 15 mesi e per generare continuità. “La cosa più difficile – racconta Piazza – è stata guadagnarci una visibilità al di fuori del contesto sportivo. Ci siamo basati sulla buona volontà individuale perché la base è stata volontaristica”. La presidente del circolo Esperia Donatella Sarno ha spiegato come la percezione del canottaggio sia cambiata molto con il Covid: “Prima – dice – questo sport era visto come limitato a persone con certe dotazioni fisiche e residenti in centro città. Ma non è così: i circoli sono il centro di Torino. Il nostro è uno dei più storici (è stato fondato nel 1886, ndr) e si propone di dimostrare a 360 gradi l’importanza del rapporto tra città, fiume e circoli”.

“Siamo di fronte al concetto di civicness – spiega Francesco Tresso, assessore della Città di Torino alla Cura della città -: tutti si fanno carico delle risorse comuni, dalla salute all’inclusione, dall’accoglienza al benessere”. L’assessore ha parlato del River center, uno spazio in via di costruzione proprio al di là del fiume, per la riqualificazione dei Murazzi: “Vogliamo continuare – dice – a creare spazi in cui ospitare momenti di incontro e scambi di esperienze perché ciò che è stato fatto è stato significativo, ma è solo il seme per fare di più”. Tresso ha sottolineato la capacità di trovare un equilibrio da parte della squadra di lavoro dell’Eposistema: “avete fatto esattamente come i rematori: loro guardano indietro ma sono sempre proiettati in avanti”.

“Questa metafora – continua il direttore della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro Gianmarco Sala – è perfetta anche se riferita all’Irccs di Candiolo: perseguiamo ogni giorno un bilanciamento tra passato e futuro perché noi vogliamo arrivare a dover chiudere l’istituto di Candiolo, che significherebbe aver definitivamente eliminato il cancro”. La Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro ha collaborato al progetto Eposistema per confermare l’importanza dell’attività sportiva per i pazienti oncologici: “In un momento così complicato per la sanità – conclude Sala – è fondamentale capire che impatto ha lo sport perché ci proietta in avanti”.

Uno degli aspetti più interessanti del progetto è stato proprio il tentativo di misurare l’impatto positivo del canottaggio dal punto di vista chemioterapico, ma anche psicologico: in questo senso, è stata fondamentale la collaborazione con il dipartimento di Management e Psicologia dell’Università di Torino. “Esistono due esperienze di bellezza dell’allenamento all’interno di questo contesto – spiega la docente Rebecca Pera -. Una è contemplativa, l’altra è sacrificale e deriva da fatica e dolore. Ma entrambe generano piacere ed energia e ci permettono di superare i nostri limiti. La bellezza esterna ci aiuta a gestire la fatica e crea benessere”.