AstraZeneca: come procedono le somministrazioni in Piemonte?

È brusca la frenata per il piano vaccinale italiano dopo l’impasse scaturito dalla vicenda AstraZeneca, e il Piemonte non fa eccezione.

Lo stop momentaneo alle fiale della casa farmaceutica anglo-svedese da parte di diversi Paesi dell’Unione Europea (tra cui Italia, Francia e Germania) rischia di intorpidire il programma vaccinale coordinato dal commissario Francesco Figliuolo. In Italia sono state bloccate circa 100mila somministrazioni tra docenti, forze dell’ordine e ultrasettantenni. I flaconi AstraZeneca accantonati sono circa un milione, con altre 3 milioni di ordinazioni in arrivo entro marzo.

La posizione dell’Ema

L’Ema (Agenzia europea per i medicinali) ribadisce la sua posizione. Lo fa attraverso la direttrice esecutiva Emer Cooke, dopo la campagna di segnalazioni relative alle presunte conseguenze del vaccino: “non è emerso alcun effetto collaterale e l’incidenza osservata in seguito ai vaccini non è superiore a quella di eventi tromboembolici nella popolazione generale”. È prevista per oggi, giovedì 18 marzo, la decisione relativa all’analisi supplementare condotta dall’agenzia europea: la priorità è mantenere la fiducia alta e “promettere una parola definitiva con la massima trasparenza” sul futuro delle inoculazioni. A tal proposito, palazzo Chigi rende nota una telefonata tra Mario Draghi e il premier francese Emmanuel Macron, da cui emerge la volontà di ripartire con AstraZeneca subito dopo il lasciapassare in arrivo oggi.

Anche l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) collabora con l’Ema nell’indagine sulla presunta correlazione tra somministrazione del fiero e coagulazione del sangue.

Da noi, la sospensione in via precauzionale è arrivata lunedì pomeriggio. Nicola Magrini, presidente di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha spiegato ieri, in un’intervista a Repubblica, come la decisione fosse di carattere politico: si tratterebbe di una scelta del governo Draghi, in linea con la tendenza degli altri paesi europei.

Tuttavia, arrivano buone notizie sul fronte Pfizer-BioNTech. Ursula Von der Leyen ufficializza un accordo tra la Commissione europea e l’azienda per la consegna accelerata di 10 milioni di dosi di vaccino, in riferimento al secondo trimestre 2021. L’intesa porta a un totale di oltre 200 milioni di dosi attese per il periodo compreso tra aprile e giugno, ma l’obiettivo resta fissato a 300 milioni.

La campagna vaccinale in Piemonte

Nel frattempo, la campagna vaccinale in Piemonte prosegue. Nell’ultima settimana, la quantità di vaccini AstraZeneca somministrati è calata sensibilmente, passando dalle 64.344 dosi inoculate lo scorso 11 marzo alle appena 319 della giornata di ieri.

Il dato più interessante concerne la possibile dilatazione dei turni di lavoro del personale sanitario dovuta alla sospensione, in via precauzionale, dei sieri prodotti dalla casa farmaceutica anglo-svedese.

Tra le ipotesi al vaglio, infatti, spicca il probabile ricorso a turni straordinari per il personale addetto alle vaccinazioni; una misura volta a scongiurare eventuali ritardi sul cronoprogramma.

A quanto si apprende dalla agenzia di stampa Ansa, la riprogrammazione delle prenotazioni prevede l’allungamento – almeno temporaneo – degli orari quotidiani per i turni di somministrazione e in alcuni casi l’estensione delle inoculazioni a sabato e domenica anche laddove non fosse già previsto e a seconda del tipo di struttura organizzativa nelle varie regioni. 

“In questa fase, la criticità principale riguarda la mancanza di personale”, racconta a Futura Mattia Panizza, infermiere vaccinatore dell’Asl To- di Chieri, Carmagnola, Moncalieri e Nichelino. “Lavoro negli ambulatori vaccinali, occupandomi principalmente della somministrazione di Pfizer e Moderna. Ci stiamo impegnando al massimo per far sì che nessuna dose venga sprecata, e questo è uno dei motivi che prolunga il nostro orario di lavoro, dato che i vaccini non possono essere trasportati una volta diluiti. C’è un lavoro costante di ricerca, controllo e monitoraggio. L’attenzione al paziente è massima da parte di tutti, medici, infermieri e segretari”.

A prescindere dal verdetto di oggi, secondo gli esperti la sospensione di AstraZeneca ha alimentato dubbi sui vaccini e messo a repentaglio gli sforzi di immunizzazione.