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Economia circolare, cruciali la riduzione dei rifiuti e la qualità di raccolta

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L’economia circolare è un tema fondamentale per il raggiungimento di un futuro, ma anche di un presente, più sostenibile. In particolare, centrali sono i rifiuti: la loro quantità, la loro gestione e il loro riciclo. Se l’Italia è migliorata molto negli ultimi anni nella gestione della raccolta differenziata e nel trattamento dei rifiuti – anche se è ancora possibile e importante migliorare – esiste un grande problema di aumento dei rifiuti stessi. Ci sono stati passi avanti nell’ambito della plastica monouso, ma il funzionamento della nostra società porta ogni anno a una crescita della quantità di imballaggi, soprattutto in plastica. La circolarità diventa uno strumento fondamentale per ridurre l’impatto di questo trend. Tuttavia “la quantità di imballaggi aumenta più velocemente della nostra capacità di riciclarlo” come evidenziato da Enzo Favoino di Zero Waste Europe, ospite all’EcoForum di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. Importante nell’ambito dell’economia circolare diventa allora anche il riuso degli oggetti: “Sarà necessario rivedere molti dei processi produttivi dei manufatti che utilizziamo, da studiare nell’ottica di poter essere riusati e aggiustati: un primo passo è stato fatto con i Rae come i cellulari, per esempio con le scelte sui trasformatori e sull’omologazione dei cavi di alimentazione” dice Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

Focus dell’Ecoforum, che si tiene a Torino il 13 e il 14 dicembre, è soprattutto la gestione dei rifiuti e la qualità della raccolta differenziata, che ha raggiunto un livello quantitativo alto – è stato superato il 65% di rifiuti differenziati – ma che ora necessita, per gli operatori del settore, di migliorare in termini qualitativi per permettere di arrivare all’obiettivo europeo del 55% di rifiuti riciclati entro il 2025. L’opinione di molti relatori del forum è infatti che al continuo efficientamento degli impianti di trattamento serva accompagnare una corretta differenziazione dei rifiuti in modo che si riduca il processo di selezione che comporta per esempio costi maggiori. Per questo fine è utile sicuramente una costante sensibilizzazione dei cittadini – la cui presenza a questo tipo di eventi è scemata dalla pandemia in poi – ma non solo, perché serve anche uscire da un’ottica che scarica la responsabilità sulle singole persone. Per Sergio Capelli è importante anche la modalità di raccolta che viene scelta: “La raccolta porta a porta è il metodo di raccolta che dà le migliori performance ambientali – in termini di qualità e quantità – ed economiche”. Secondo un’indagine dell’Agcm – l’autorità garante della concorrenza e del mercato – già nel 2013 la raccolta porta a porta portava risultati migliori in efficienza e aveva un costo medio per abitante minore rispetto alla raccolta stradale, che presenta inoltre costi molto variabili.

Per una transizione verso circolarità e sostenibilità è però cruciale anche l’intervento delle istituzioni, grandi assenti all’Ecoforum. Andrea Minutolo di Legambiente sottolinea infatti come “Negli ultimi mesi si è parlato tanto di regolamento imballaggi tra gli addetti ai lavori. È stata però un’occasione un po’ persa: l’Italia è andata subito contro degli obiettivi che è difficile dire non fossero corretti, come ridurre la quantità di imballaggi o cercare di renderli riciclabili al 100%. Non si può dire che fossero obiettivi troppo ambiziosi. Sono migliorabili ma si è partiti con il mantra che il regolamento era ideologico, che gli obiettivi erano sbagliati, che l’Italia è campione nell’economia circolare. Non abbiamo però fatto valere le virtuosità e le eccellenze del nostro sistema per andare a integrare il regolamento a livello europeo”.

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