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Due fratelli e una tormenta di neve: Uto e Gesso, l’esordio letterario di Gabriella Dal Lago

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“Uto e Gesso sono i loro nomi. O meglio, è così che li chiamano tutti”. Due fratelli alla fine dei vent’anni, che discutono nella piazzola di una strada di montagna, sotto la neve di una notte di tormenta. L’esordio letterario di Gabriella Dal Lago, torinese, classe 1992, porta il loro nome. “Uto e Gesso” è uscito il 14 aprile 2022 per 66thand2nd, ma è frutto di una lunghissima gestazione.

“Ho iniziato a pensare al romanzo per la prima volta tantissimi anni fa”, racconta Gabriella. “Era il 2014, e stavo tornando da un concerto a Milano. Ero con delle persone in macchina e nevicava molto forte. Non so bene perché, ma nella mia testa ho cominciato a chiedermi che cosa sarebbe successo se avesse nevicato così tanto da costringerci a fermarci”. È il primo scatto. Come il ciak di un film. Il libro inizia proprio da una nevicata, che interrompe il viaggio di ritorno dei due fratelli dalla nuova casa della madre, dove hanno appena conosciuto il suo nuovo compagno. Uto è arrabbiato con Gesso perché si è comportato come al solito: si è estraniato dalla situazione, confermando una tendenza che lo connota da quando è nato. Imprendibile e distaccato dalla realtà che lo circonda, Gesso è il fratello maggiore, ma, contrariamente a ciò che ci si aspetterebbe da un fratello maggiore, non si è mai preso cura di Uto. Anzi, è sempre stato il contrario. Questo rapporto anagrafico “ribaltato” è al centro della storia: “Nella mia testa i due protagonisti hanno un nome, ma non mi sembrava un dettaglio importante per lo sviluppo narrativo, dove mi premeva più di tutto tenere esposto il loro rapporto, esplorarlo a fondo”.

Mentre i due fratelli sono in automobile, d’improvviso inizia a nevicare: la strada è impervia e gli spazzaneve non sono ancora pronti a intervenire. Forse neppure loro sospettavano una tormenta come quella. Uto accosta in una piazzola. Litiga con Gesso, esasperato dal suo atteggiamento. “Curati”, gli dice. “Capisci che cosa non va e impara a stare in mezzo alle persone”. Per tutta risposta, Gesso apre la portiera e se ne va. D’altronde, è ciò che fa sempre. Si allontana dalla piazzola e raggiunge una stazione di servizio, una di quelle a conduzione famigliare, che oramai esistono solo nella provincia più remota, oppure nelle storie inventate. È lì che la storia di Gesso si interseca con quella di Emma, che nella stazione di servizio ci lavora: hanno un contatto fugace, ma molte cose in comune. Questo incontro sarà un punto di snodo per lo sviluppo del romanzo, che l’autrice definisce – significativamente – “un’opera corale”, in cui sono entrati altri pezzi di racconti a cui stava lavorando e che lentamente hanno iniziato a cucirsi tra di loro.

“Sono anni che penso a questi due personaggi”, spiega Gabriella, che nell’estate tra 2013 e 2014 frequentava la scuola Holden. “Ci avevano dato il compito di scrivere un racconto lungo e ho iniziato ad accarezzare l’idea di narrare la storia di una coppia di fratelli molto diversi tra loro, ma avevo bisogno di ambientarla”. Serviva l’ispirazione, serviva trovare il punto che facesse esplodere un rapporto di quiete solo apparente. La nevicata sulla Torino-Milano è stata l’occasione giusta. Ma poi non è stato facile: “Ero abituata a misurarmi con la narrazione breve e il romanzo ha un passo completamente diverso. All’inizio è stato come correre la maratona con un allenamento per i 100 metri, non avevo proprio il fiato”. Il tempo e la costanza hanno fatto il resto: “La scrittura piano piano si è sciolta, è diventata meno compatta, più libera. Ho scoperto alcune cose che nei racconti non avevo mai realizzato, per esempio che adoro scrivere i dialoghi, fondamentali per definire il passo del romanzo”. Rotto il ghiaccio, Gabriella Dal Lago – che nella vita fa molte cose diverse, all’intersezione tra libri, comunicazione e arte contemporanea – è sicura di voler continuare: “Sto già pensando ad altre storie e per il momento sono nella fase preliminare alla scrittura”. Cioè? “Quella di autoracconto, in cui registro elenchi infiniti di note vocali e le invio ad amici e consulenti, che condanno ad ascoltare i miei deliri”, scherza.

Il cammino di “Uto e Gesso” è appena iniziato, con una presentazione itinerante alla Libreria Therese, e continuerà il 10 maggio a Genova, l’11 a Milano e il 20 al Salone del Libro di Torino. L’appuntamento è alle 15, in sala Avorio. “Sarà il Salone più emozionante della mia vita”.

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