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Donne di scienza, protagoniste di una mostra per abbattere gli stereotipi

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Architette, ambientaliste, biologhe, astronaute, fisiche, inventrici e informatiche. I loro volti e storie sono stati raccolti nella mostra “Donne, scienza e lavoro”, presentata all’Ufficio per le relazioni con il pubblico del Consiglio regionale del Piemonte. Promossa dalla Consulta femminile regionale e realizzata dall’Associazione Toponomastica femminile, l’esposizione racconta le conquiste ottenute dalle donne, di oggi e del passato, nel campo delle discipline scientifiche, con l’obiettivo di contrastare ogni forma di discriminazione di genere e accrescere la visibilità del loro operato. Tra le molte, Marie Curie, Fabiola Gianotti, e anche l’avvocata Lidia Poët, protagonista dell’ultima serie tv Netflix, sono state ricordate a esempio di figure femminili che si sono fatte strada in ambienti prevalentemente maschili. 

Le protagoniste della mostra, quindi, come ricorda Giovanna Cristina Gado, referente Associazione Toponomastica femminile, sono “donne che hanno avuto il coraggio di lottare contro lo stereotipo, che hanno sfidato le loro famiglie e la comunità per poter intraprendere la strada della ricerca”. Sono figure femminili che hanno contribuito in modo determinante al cambiamento nell’ambito scientifico, ma soprattutto, che hanno avuto un ruolo cruciale nel cammino della società verso l’emancipazione femminile.

Tuttavia, denuncia Gado, “ancora oggi le donne sono indotte a scartare a priori le materie scientifiche, non perché il talento sia una dote esclusivamente maschile, ma per le pressioni sociali e le scarse prospettive di carriera”. Anche Anna Mantini, consigliera di Parità della Regione Piemonte, ha ricordato la tendenza di molte giovani a preferire le materie umanistiche. Infatti, secondo i dati Istat, nel 2021 il 33,7% degli uomini laureati ha un titolo nelle materie Stem – Science, technology, engineering and mathematics. Tra le donne la percentuale scende al 17,6%. Eppure i dati Eurostat fanno pensare a una riduzione della disparità di genere nel settore: nel 2021, in Unione Europea quasi 74 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 74 anni sono occupate nel settore scientifico e tecnologico. In particolare, di questi, il 52% sono donne, con un aumento del 4% rispetto al 2020 e del 26% rispetto al 2011. Inoltre, i dati mostrano che la forza lavoro femminile è cresciuta più della controparte maschile (+1% in più di uomini rispetto al 2020 e +16% rispetto al 2011). Guardando i dati, quindi, sembra che il mondo delle discipline Stem si stia aprendo alle donne. Ma, come ricorda Mantini, “i pregiudizi sono durissimi a morire”.