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Dolce, salato, gourmet: a Rivara trionfa il gelato

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Chissà cosa direbbe Gianni Rodari – lui che sognava un palazzo di gelato – di un festival tutto dedicato all’alimento più amato dell’estate. Lo organizzano a Rivara, piccolo comune della città metropolitana di Torino, che tra il 5 e il 7 maggio 2023 si trasforma nella capitale del gelato italiano artigianale e gastronomico. Dodici maestri gelatieri, e la metà di loro sono donne, arriveranno da tutta Italia per partecipare all‘evento. Hanno in comune la scelta di non ricorrere ad alcun preparato, ma di utilizzare esclusivamente ingredienti freschi e selezionati. 

Nel weekend alle porte proporranno workshop, cene gourmet, aperitivi e, soprattutto, degustazioni di gelato, dai gusti tradizionali (con o senza lattosio e glutine, più o meno cremosi o light) alle varietà più particolari. Qualche esempio? Il gelato salato alle melanzane con polvere di cappero, quello al gorgonzola e, addirittura, al guanciale croccante. Un viaggio culinario tra le regioni d’Italia per umani e non solo, visto che tra le curiosità del festival torna anche il “gelato da cani”, appositamente studiato con i veterinari per gli amici a quattro zampe. 

Si comincia venerdì alle 15 e si va avanti fino a domenica sera, con possibilità di degustazioni guidate e di assaggi di gelato sin dalla colazione, proposta anche in forma siciliana con “brioscia” e granita. 

“La manifestazione – ha spiegato il sindaco Roberto Andriollo in conferenza stampa – è nata un po’ per caso, con la volontà di far conoscere Rivara. Nella prima edizione ha riscosso un successo superiore alle aspettative: in un fine settimana il nostro paese, che ha soltanto 2.500 abitanti, ha ospitato più di 15 mila visitatori e i maestri gelatieri hanno dovuto preparare 90 chili a testa di gelato, contro i 40 previsti. Quest’anno siamo pronti a fare il bis”. 

“Nel territorio di Torino e provincia – ha aggiunto Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio – ci sono 753 gelaterie, di cui 337 in città. Numeri significativi, che testimoniano l’importanza del settore anche fuori dal capoluogo”. Un settore che appassiona, richiamando pure i più giovani. Tra le collaborazioni del festival, c’è infatti quella con il Cfp alberghiero di San Benigno: i ragazzi coinvolti, dopo aver partecipato a una lezione con il maestro gelatiere Marco Nicolino, patron dell’evento, collaboreranno alla preparazione e alla distribuzione del gelato al festival. E chissà che qualcuno non trovi la sua strada.

Il prezzo giusto del gelato

Prima di finire sopra il cono, il gelato subisce una lunga lavorazione, che inizia dalla scelta delle materie prime. Ogni gusto viene calibrato sulla base dei prodotti a disposizione e della fantasia dei maestri gelatieri. E non mancano le sperimentazioni, come la polenta bergamasca di Elena Gusmini e Andrea Mazzocchi, un gelato a base di polenta cotta di mais “rostrato rosso” di Rovetta, che sarà uno dei gusti protagonisti al festival. 

La filiera del gelato comprende aziende agricole, produttori di frutta e imprese di lavorazione di prodotti come il cacao. Poi servono lo zucchero, il latte e l’energia per far funzionare le macchine. Tutti costi che influiscono sul prezzo al pubblico del cono e della coppetta. E che, quest’anno, contribuiscono a renderli salati. Qualche esempio? “Sostituendo il frigo con un più moderno sistema a pozzetti – racconta Marco Nicolino, maestro gelatiere e direttore del festival – ho cominciato a spendere circa 1.000 euro a bolletta di energia elettrica, ora sono tornato a pagarne 1.800. Ma il problema è anche il costo delle materie prime: il saccarosio è passato da 0,79 euro al chilo a 1,40”. Qual è, dunque, il prezzo giusto per un gelato?  “Per un cono piccolo un prezzo onesto si aggira sui 2,80 euro – conclude Nicolino – mentre per una vaschetta da un chilo circa 24. Poi molto dipende dai costi di gestione, dall’affitto dei locali al numero di dipendenti”.

Prezzi significativi, per un settore che negli ultimi vent’anni ha subito aumenti impressionanti (+224%, secondo una ricerca dello scorso anno condotta da Alma Laboris, che confronta però gli euro con le vecchie lire). Il gelato resta comunque un piacere popolare a cui la gente non rinuncia, purché sia buono e purché faccia compagnia anche chi passa l’estate “sprofondato in fondo a una città”.