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Difficile studiare in casa? Otto studenti lanciano un manuale per chi rimpiange l’aula studio

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Un manuale per gli studenti. Preparato da altri studenti. Un documento per aiutarsi reciprocamente a vivere l’Università da casa e organizzare il carico di studio in questo periodo di isolamento da coronavirus. È l’idea che hanno messo in pratica Irene, Matteo, Lorenzo, Matteo, Maria Sole, Alessandro, Valentino e Alessia, studenti del corso di Laurea Magistrale in Psicologia del Lavoro e del Benessere nelle Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Torino. Il gruppo, supervisionato dai docenti del Dipartimento di Psicologia Daniela Converso, Chiara Ghislieri e Claudio Giovanni Cortese, ha messo a disposizione di tutti gli studenti dell’Ateneo torinese, e non solo, dei consigli utili ad affrontare al meglio lo studio. Il manuale è facilmente scaricabile dal portale dell’Ateneo.

Per molti non è facile concentrarsi da casa, ma in questo periodo è una delle condizioni imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per contenere il contagio. Chi era abituato ad andare in aula studio o in biblioteca, è ora costretto a portare aula studio e biblioteca a casa propria.

“Le numerose iniziative di solidarietà che sono nate e stanno nascendo ci hanno fatto riscoprire un profondo senso di comunità. Come studenti sentivamo il bisogno di fare la nostra parte” spiega Irene Alfarone, studentessa e referente del gruppo di lavoro. Così lei e gli altri sette colleghi del corso di Psicologia del Lavoro hanno pensato di utilizzare le conoscenze acquisite all’Università per aiutare i propri colleghi a sentirsi meno soli e disorientati. Perché un concetto chiave della guida è proprio l’importanza della rete sociale.

“Questo documento è diviso in parti che dovrebbero soddisfare ogni tipo di curiosità – si legge nel capitolo introduttivo -, dagli aspetti fisici dell’ambiente che possono favorire la concentrazione, a quelli più legati alla gestione delle pause, alla motivazione e al rispetto dei confini tra gli ambiti della vita”. Il vademecum consiglia agli studenti come organizzare la giornata, dove mettersi sui libri e come rimanerci: queste indicazioni sono frutto di “un’analisi sistematica della letteratura esistente sui temi che abbiamo scelto di trattare nell’ottica di dare non solo consigli di buonsenso, ma anche parlarti di pratiche basate sulle evidenze”. In un periodo inaspettato come questo, la quarantena può essere anche un’occasione per mettersi alla prova su nuove e diverse modalità di studio.

Numerosi i consigli pratici per concentrarsi al meglio. Per esempio, se il punto più critico dello studio è l’inizio, si può usare la “Tecnica Pomodoro”: si imposta un timer di 25 minuti nei quali non ci devono essere distrazioni e ci si dedica esclusivamente allo studio. Scaduto il tempo, scattano i cinque minuti di pausa. E poi si ricomincia, aumentando la pausa di volta in volta: l’importante è scandire i tempi e rispettare il timer, che nel caso dello sviluppatore di questa tecnica, Francesco Cirillo, era rosso, da cucina e a forma di pomodoro. Un altro consiglio presente nel libro è aprire la finestra per una decina di minuti, preferibilmente al mattino, nella stanza in cui si studia: in tempi di quarantena, la casa ospita tutti i propri inquilini con frequenza maggiore ed è giusto che prenda un po’ di aria. Meglio ancora se ad intervalli regolari.

Consigli di buon senso, anche. Ma fondati sulla letteratura scientifica in materia e che almeno una volta, anche solo per curiosità, andrebbero letti per mettere alla prova il proprio metodo di studio. E poi, tra i link in appendice, c’è una playlist di Spotify dedicata a chi vuole concentrarsi a suon di jazz.

CHIARA MANETTI