“Dario Argento con il suo cinema ha plasmato l’immaginario collettivo intorno ai luoghi della nostra città. Luoghi che grazie alla sua arte ne escono arricchiti”. Con queste parole Domenico Carretta, assessore allo sport, al turismo e agli eventi della giunta Lo Russo, rende omaggio al maestro del thriller italiano, Dario Argento, in apertura della conferenza stampa inaugurale della mostra “Dario Argento – The Exhibit” a lui dedicata. L’ esposizione, curata da Domenico De Gaetano (direttore del Museo Nazionale del Cinema) e Marcello Garofalo (regista e critico cinematografico), sarà visibile al museo della Mole Antonelliana dal 6 aprile 2022 al 16 gennaio 2023.
“Ho visto la mostra in anteprima e mi sono emozionato. E’ stato come tornare indietro nel tempo. Una mostra dedicata a Dario Argento, ma io mi chiedo chi e’ Dario Argento? Io sono solo uno che fa i film con quel nome, in cui metto i miei sogni e le mie visioni. Questa mostra è straordinaria, un omaggio che forse non merito. Sono contento di essere in mezzo a voi, immerso nei ricordi e nelle musiche dei miei film, in una citta’ bellissima. Una città che mi ha ispirato e dove mi piacerebbe vivere. Sono quasi commosso“, sottolinea il regista che si lascia andare a un ampio sorriso. Una rarità per lui che ha sempre preferito affidare le emozioni alle sue pellicole e di rado le lascia trasparire in pubblico. In occasione dell’evento di presentazione, il regista è stato anche premiato con la Stella della Mole della 40esima edizione del Torino Film Festival. A conclusione della giornata, Argento introdurrà di persona la proiezione di uno dei suoi film più celebri, “Suspiria“, in programma questo martedì 5 aprile al Cinema Massimo alle ore 21.00.
Il videomessaggio del regista Mick Garris: “Dario? il migliore del nostro genere”
Non è riuscito a essere presente di persona, ma anche lo statunitense Mick Garris, regista e sceneggiatore di lunga data nel genere horror, noto al grande pubblico per aver adattato alcune opere di Stephen King, ha voluto omaggiare Argento. Lo ha fatto attraverso un videomessaggio, proiettato durante la conferenza stampa, in cui definisce il regista italiano “il migliore con cui abbia lavorato”. I due cineasti sono entrati in contatto in occasione del progetto “Masters of Horror“, ideato da Garris per l’emittente americana Showtime: una una serie televisiva statunitense-canadese formata da diversi episodi, costituiti ciascuno da “mini-film” della durata di circa un’ora, diretti da registi di fama internazionale. Per questo progetto, Argento ha realizzato il lungometraggio “Jennifer – istinto assassino“.
“The Exhibit”: viaggio nell’universo noir di Dario Argento
Curiosità, citazioni, fotografie, spezzoni di film, bozzetti, manifesti, costumi, creature meccanizzate e colonne sonore. C’è veramente di tutto. “The Exhibit” si propone una vasta collezione di “memorabilia” del mostro sacro del cinema noir italiano. Una rassegna esclusiva che ripercorre tutte le tappe della carriera del “maestro” e mostra gli ingredienti con cui il regista ha plasmato, film dopo film, un linguaggio cinematografico destinato a fare scuola, in Italia come all’estero, nei generi horror e giallo. Tra le collezioni esposte anche opere di maison di alta moda, che per Argento hanno realizzato costumi e gioielli, e le creazioni di maestri italiani degli effetti speciali.
Da “Il gatto a nove code” a “Profondo Rosso“, passando per “Nonhosonno“, “Quattro mosche di velluto grigio” e “La Terza Madre“. All’ombra della Mole, Dario Argento ha girato moltissime scene dei suoi capolavori. Da decenni esiste un doppio filo rosso che lega il regista alla città di Torino, “il luogo dove abitano i miei incubi”, come lui stesso ha ricordato in un’intervista. Villa Scott, Piazza CLN, la Galleria d’Arte Moderna, il Teatro Carignano, il pub Barbican, i Giardini Lamarmora. Non si contano più i luoghi del capoluogo della regione Piemonte che fanno capolino nelle scene dei film di Argento, i quali, a loro modo, ne hanno valorizzato il patrimonio artistico, culturale e urbano. Come ha riferito Enzo Ghio, presidente del Museo del Cinema, “Nelle ambientazioni spettrali dei suoi film Argento ha restituito di Torino un’immagine inedita e perturbante, che arricchisce di fascino e mistero il nostro sguardo verso questa città”.