“L’iniziativa parte spesso dai diretti interessati, noi capiamo cosa si può fare in base alla richiesta dell’atleta e, se possibile, cerchiamo di attivare il corso di una determinata disciplina” spiega Laura Moriondo, responsabile dell’attività adattata del Cus Torino.
Proprio grazia alla volontà degli studenti con disabilità il Cus Torino è stato in grado di svilupparsi nel corso degli anni, fino ad ampliare la propria proposta e offrire la possibilità di partecipare a molti sport diversi. Tennis tavolo, canoa e canottaggio sono stati i primi sport che l’attività adattata del Cus ha proposto. Oggi, infatti, le tre discipline sono il fiore all’occhiello del progetto: nel tennis tavolo il Cus si è laureato campione d’Italia per diversi anni. Per quanto riguarda la canoa non mancano invece gli atleti che partecipano alle Paralimpiadi. Ma non solo: alcuni dei ragazzi che aderiscono al corso hanno praticato anche paracadutismo, “una grande soddisfazione per noi e per loro”.
L’attività del Cus non si limita al coinvolgimento degli studenti disabili: negli anni sono giunte numerose richieste anche da atleti non studenti e per questo la possibilità di praticare sport è stata aperta a tutti, anche a chi non è iscritto all’università. Un’idea che incarna a pieno la filosofia del Cus, inclusiva a 360 gradi. L’organizzazione coinvolge nella propria attività, tramite un programma dedicato, anche i detenuti dell’Istituto penale minorile Ferrante Aporti, che hanno la possibilità di giocare a rugby.
Alle attività sportive durante il periodo invernale, si aggiungono anche quelle estive: grazie all’Estate Ragazzi “riusciamo a coinvolgere i ragazzi anche in un momento in cui le famiglie hanno più bisogno di aiuto”.
Il Cus può contare oggi su una serie di istruttori istruiti e qualificati: per condurre le attività sportive adattate gli allenatori sono infatti tenuti a seguire corsi e accedere a un patentino. Una struttura solida quanto necessaria per portare avanti un progetto nato nel 2003, in vista delle Universiadi del 2007. “Quell’edizione era la prima a cui i ragazzi con disabilità potevano partecipare per la prima volta in qualità di volontari e formatori” ricorda Moriondo.