La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Costretta a prostituirsi per otto anni. Cinque indagati

condividi

Due persone agli arresti domiciliari e una terza con l’obbligo di dimora con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di una loro connazionale. Insieme a loro, altre due persone iscritte nel registro degli indagati.

È l’esito di una complessa indagine svolta dalla Squadra mobile della Polizia di Stato di Torino, nell’ambito dell’operazione “Ladyhawke”. A dare il via proprio la denuncia della vittima, riuscita a liberarsi dal controllo estenuante dei propri sfruttatori. La donna era stata costretta a prostituirsi per un periodo di otto anni, nel corso dei quali si era trasferita di volta in volta in diverse città del nord Italia e in alloggi locati appositamente per lo scopo.

Le indagini hanno avuto una veloce evoluzione, grazie al ricorso alle attività di intercettazione, oltre che all’analisi di transazioni finanziarie e conti correnti. Hanno consentito di tratteggiare con precisione le condotte e le presunte responsabilità di ciascun membro di quello che si è connotato come un gruppo strutturato, dedito al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. In particolare, è stata individuata la persona che rivestiva il ruolo principale nell’organizzazione dell’attività, ideando e determinando le modalità attuative del progetto criminoso. Coinvolte anche altre persone, incaricate di fissare gli appuntamenti con i clienti e riscuoterne i guadagni.

Secondo quanto emerso, gli sfruttatori, anche quando stavano in città diverse da quelle in cui si trovava la vittima, erano in grado di esercitare sulla donna un controllo sfibrante con il solo strumento del telefono: le fissavano continui e cadenzati appuntamenti con i clienti, monitorandola con frequenti contatti e riscuotendo tempestivamente le ingenti somme di denaro guadagnate.

Nel corso delle indagini quindi sono stati raccolti solidi elementi indiziari a carico di cinque persone, di nazionalità italiana, le quali, approfittando delle fragilità della vittima, avevano consolidato un meccanismo in grado di garantire loro una condizione di agiatezza economica, trattenendo il totale dei guadagni provenienti dalla prostituzione della sventurata.