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Corso Farini, una rinascita che guarda al futuro

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È l’ora dell’aperitivo, il sole gioca a nascondino tra lo scheletro del gasometro fino a scivolare alle spalle delle pareti a specchio del Campus Einaudi. In corso Farini c’è tanta gente, tanta musica e tanto verde. Verde come l’erba del prato e come le ringhiere, le panchine e i pannelli che racconta la riqualificazione di questo tratto di strada incastonato tra le sponde del Po e il Lungo Dora.

Il progetto di placemaking

Venerdì 5 maggio ha visto la luce il progetto di riqualificazione urbana dedicato a corso Farini, ideato dall’associazione Torino Stratosferica in collaborazione con l’Assessorato al Verde e alla Cura della città e con Cities4Forests, l’organizzazione internazionale impegnata nel Partner forest program sostenuto dal World Resources Institute: Torino è infatti l’unica rappresentante italiana tra le 70 città coinvolte in tutto il mondo.

“È stata una bella festa e una dimostrazione di interesse per il progetto” commenta soddisfatto Luca Ballarini, ceo & founder di Torino Stratosferica – “Siamo entusiasti della grande varietà di residenti e curiosi che sono venuti a trovarci in occasione dell’inaugurazione, compresi tanti vip (tra cui Max Casacci e Paolo Verri) che hanno a cuore la città”. Uno spazio che ambisce ad assumere i tratti dei boulevard metropolitani: “Ci fa davvero piacere che in molti si siano resi conto dell’ottimo potenziale di corso Farini, un luogo unico in cui insistono tre landmark pazzeschi come i gazometri, il campus e la Mole”.

L’opening di Corso Farini

L’obiettivo di quest’opera di placemaking è quello di offrire alla cittadinanza, alle associazioni e agli enti pubblici un’inedito punto d’incontro “green” in uno dei luoghi più iconici del capoluogo piemontese, sempre aperto e particolarmente dedito alla cultura come testimoniano i tanti eventi in programma ogni giovedì a partire da domani, 11 maggio, quando dalle 18.30 ci sarà la preview della sesta edizione dell’Open House Torino.

Oltre all’ambito artistico-culturale, il piccolo bar ricavato all’interno di un container ambisce a diventare un punto di riferimento anche per gli aperitivi dei tanti studenti che ogni giorno frequentano il piazzale adiacente il campus universitario, affacciato proprio su corso Farini. A rendere possibile la rinascita di questo lembo di strada, due workshop di autocostruzione che hanno visto in prima linea la Design Unit di Stratosferica composta da oltre 100 giovani volontari italiani e stranieri. La collaborazione con il laboratorio Lastin del Politecnico di Torino e con il collettivo Aut ha reso possibile l’installazione di panche, tavoli, fioriere e una grande tribuna, tutto rigorosamente in legno. Attiva anche una campagna di crowdfunding per l’allestimento di un’area fitness.

L’esempio del Precollinear park…

Torino Stratosferica è un’associazione no-profit attiva nel campo della rigenerazione urbana imperniata su city imaging, placemaking e community building: per mezzo dell’interazione tra architettura e innovazione sociale, si punta a promuovere un’immagine di Torino al passo con le più recenti evoluzioni dei contesti cittadini, prefigurando gli scenari urbani del futuro e modificando la percezione collettiva dei luoghi per produrre un impatto positivo nelle comunità e nei territori.

In tal senso, corso Farini ha un predecessore dalla storia davvero degna di nota. Nel giugno 2020, all’indomani del lockdown, dal primo esperimento di placemaking portato avanti da Torino Stratosferica nasce il Precollinear Park, un parco urbano temporaneo sorto sull’ultimo tratto della linea tramviaria numero 3, che dalle Vallette arrivava fino a Piazza Hermada (mentre oggi fa capolinea in corso Tortona). Un corridoio verde di 800 metri che attraversa il Po all’altezza del ponte Regina Margherita e, risalendo corso Gabetti, collega i quartieri di Borgo Po, Madonna del Pilone, Vanchiglia e Vanchiglietta. Secondo Stratosferica, l’impatto del Precollinear Park sulla realtà cittadina si stima in oltre 500 visite giornaliere, l’organizzazione di 142 eventi pubblici gratuiti, l’installazione di 120 nuove unità d’arredo urbano e la piantumazione di 200 nuove piante, oltre ad aver generato una notevole ricaduta economica nell’ordine di decine di migliaia di euro.

…e il nodo dei trasporti

Il placemaking di corso Farini rientra in un più ampio progetto di riqualificazione urbana che comprende, oltre al Precollinear Park, anche viale Ottavio Mai, la passerella sulla Dora intitolata a Franco Mellano e corso Verona (dove oggi, all’incrocio con corso Regio Parco, è presente il tram del progetto Diogene), dritto fino all’ex mercato dei fiori adiacente a via Perugia. A far vacillare la concretezza di questo ambizioso progetto è, però, la prospettiva che vede lo smantellamento del Precollinear Park a seguito alla riattivazione della linea 3 fino a piazza Hermada, come annunciato da Comune e Gtt.

Il ripristino del capolinea in Borgo Po ricucirebbe un filo diretto tra le due sponde della città che manca dal 2013, quando l’immissione dei nuovi tram monodirezionali resero inutilizzabili le due fermate al di là del Po, efficienti per i soli mezzi bidirezionali. Tuttavia, secondo Ballarini, così facendo si ricostituirebbe una barriera pedonale, “una ferita che impedisce la comunicazione anche visiva tra le due sponde del fiume garantita proprio dal nostro Precollinear bridge, un piccolo paradiso da cui ammirare in una sola volta le Alpi, la Collina, la Basilica di Superga e la Mole Antonelliana”. Considerata l’impossibilità di ulteriori interventi infrastrutturali in piazza Hermada, per la riattivazione del tratto tramviario si rende necessaria la realizzazione di un anello di rotaie al capolinea di Falchera, dove oggi terminano la propria corsa i tram bidirezionali della linea 4. I lavori previsti per la primavera del 2024 rientrano nel nuovo piano del trasporto pubblico locale e daranno il via libera allo scambio di mezzi tra le due linee, elemento decisivo per la riattivazione completa della linea 3.

Sul futuro del Precollinear Park, Luca Ballarini sottolinea come ad oggi esista comunque la possibilità di dislocare gli arredi nella nuova area di corso Farini oppure in altri spazi in cui realizzare ulteriori progetti di placemaking. Uno dei progetti attualmente in fase di definizione riguarda il controviale di corso Regina che costeggia l’ospedale Gradenigo: “il dialogo con la Città è aperto, la nostra idea è di estendere l’area verde con la conseguente pedonalizzazione di un’area iperstrategica che collegherebbe Regio Parco e Borgo Rossini con Vanchiglia e il lungofiume”. Così facendo, conclude Ballarini, nascerebbe un percorso ciclopedonale e turistico che valorizzerebbe “l’animo culturale più underground della città, incastonato tra i due fiumi simbolo di Torino”.