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Coronavirus: Torino dimezza i livelli di smog con lo stop al traffico

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In piena emergenza sanitaria, il Comitato Torino Respira – nato per promuovere iniziative finalizzate a migliorare la qualità dell’aria nella città di Torino e nell’area metropolitana torinese – è tornato a parlare di inquinamento atmosferico.

Lo ha fatto on line con una video conferenza pubblica seguita da quasi 80 partecipanti.  

In quell’occasione, sabato 28 marzo, il Comitato ha esposto i dati che mostrano la riduzione degli inquinanti nel periodo successivo all’introduzione delle misure di contenimento della diffusione del Coronavirus e la conseguente riduzione del traffico veicolare. 

 

Si tratta di numeri che segnalano una diminuzione del 49% per il biossido di azoto e del 53% per il Pm10 – le polveri sottili – prima e dopo i provvedimenti di limitazione degli spostamenti. Nello specifico, nei periodi antecedente la chiusura delle scuole (6 febbraio – 21 febbraio), successivo alla loro chiusura (22 febbraio – 10 marzo) e post chiusura attività commerciali (11 marzo – 26 marzo). Inoltre, è stata rilevata anche una diminuzione del traffico, tra il 26 e il 10 marzo, del 22% in termini di chilometri percorsi. Del 25% in termini di veicoli circolanti a livello cittadino e del 55% nella Ztl.

Le fonti dei dati sono il “Sistema di Rilevamento della Qualità dell’Aria” della Regione Piemonte, i dati sulla mobilità a Torino di 5T Stl, i dati meteo dalla Stazione Meteorologica di Fisica dell’Atmosfera, Dipartimento di Fisica – Università degli Studi di Torino e l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA).

La decisione di proporre questi numeri è nata dalla volontà di far luce sulle notizie pubblicate nei giorni scorsi che avevano messo in dubbio una relazione tra la riduzione del traffico su strada urbano, e una diminuzione dei principali inquinanti atmosferici.

“Come è solito dire un mio amico – ha sottolineato sabato Roberto Mezzalama, presidente del comitato – questo è un periodo ideale per fare delle figuracce se si parla troppo in fretta. Bisognerebbe, invece, acquisire l’abitudine di fermare i buoi e fare qualche riflessione. Prima di trasformarci tutti in virologi, fisici dell’atmosfera. Ed esperti di traffico.

Qui il link con la presentazione dei dati.

RICCARDO LIGUORI