ColtivaTo, il festival internazionale dell’agricoltura incontra la città di Torino per una nuova narrazione del settore

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Arriva a Torino nei giorni tra il 31 marzo e il 2 aprile il Festival internazionale dell’agricoltura ColtivaTo. Una rassegna fatta di incontri, conferenze, dibattiti e workshop per raccontare l’agricoltura. Un’agricoltura che per il direttore artistico Antonio Pascale è inserita in una narrazione ancorata al passato, mentre è in realtà un settore ad alta innovazione. L’obiettivo è quindi superare il racconto bucolico, con questa prima edizione che vuole inserirsi con umiltà tra i grandi eventi della città, come Biennale Democrazia, che lascerà uno spazio per una preview di ColtivaTo.

Alla presentazione al Circolo dei lettori era presente anche il sindaco Stefano Lo Russo, che ha accolto con grande entusiasmo la proposta per questa prima edizione, nel contesto urbano del capoluogo. Torino, secondo il sindaco, non è solo una città industriale e manufatturiera, ma anche area agricola, soprattutto nella sua dimensione metropolitana. Lo Russo ha inoltre sottolineato l’importanza di questo festival in un momento in cui ripensare al rapporto tra esseri umani e natura. La città deve assumere un ruolo determinante nel far convivere agricoltura di produzione e tutela dell’ambiente. Per esempio attraverso l’agricoltura urbana, cruciale per il riutilizzo delle aree dismesse. In una registrazione dall’Argentina, il presidente della Regione Alberto Cirio ha invece messo in luce gli investimenti fatti dal Piemonte nel settore agricolo. Settore in cui è diventato essenziale il comparto enogastronomico, come evidenziato dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa.

Il festival – guidato da Maria Lodovica Gullino – sarà aperto dalla ricercatrice Ilaria Capua e sarà anche il teatro di un tavolo di confronto tra imprenditori e giovani delle scuole superiori. Un evento distribuito in diversi poli culturali della città: dalla Cavallerizza reale a Palazzo civico, passando per il Circolo dei lettori, il Museo egizio, il Conservatorio Giuseppe Verdi, il Cinema Massimo e il Museo nazionale del risorgimento italiano. Un festival diffuso che si articolerà in più sessioni: “l’abc della sostenibilità”, per affrontare il problema del cambiamento climatico e avanzare delle proposte concrete; “AgriCultura”, focalizzato sulla storia del cibo; “la cassetta degli attrezzi”, incentrato sull’innovazione di un settore che aumenta la sua produzione, diminuendo l’uso delle risorse; “Cibo e salute”, che va invece ad approfondire il rapporto tra salute umana e dell’ambiente; “Economia e lavoro”, sui lavoratori dell’agricoltura di ieri, di oggi e di domani; “le interviste impossibili di Antonio Pascale”, per dare voce “al mondo vegetale”; “il ponte”, una tavola rotonda sull’alimentazione del futuro.