Con quasi quattro milioni di ore Torino è la quinta città in Italia per l’utilizzo di ammortizzatori sociali dopo Taranto, Roma, Napoli e Bari. Solo nei primi due mesi del 2024, secondo i dati del Servizio lavoro, coesione e territorio della Uil nazionale, in Piemonte sono state richieste più di sette milioni di ore di cassa integrazione. L’aumento è stato del 35,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, un dato più che doppio rispetto alla media nazionale (14,9%).
Gli ammortizzatori di gennaio e febbraio 2024 hanno tutelato 20.701 lavoratori piemontesi. L’incremento ha riguardato quasi tutte le provincie: +808,6% a Biella, +333,1% a Vercelli, +149,2% ad Asti, +91,3% a Verbania, +63,7% a Novara, +26,7% ad Alessandria, +21,4% a Torino. Solo Cuneo fa eccezione, con una flessione del 32,5%.
“Le forti preoccupazioni relative alle situazioni di crisi aziendali piemontesi trovano, purtroppo, conferma nei dati relativi alla cassa integrazione – dice Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte -. I principali indicatori economici evidenziano una regione che affronta le difficoltà derivanti dalle transizioni energetiche e digitali, in costante calo demografico e con un urgente bisogno di ripensare e riprogettare la sua struttura economica per rilanciarsi al più presto”.
Una delle preoccupazioni è relativa allo stabilimento Stellantis di Mirafiori che, secondo Cortese, “deve essere messo nelle condizioni di produrre almeno 200mila vetture all’anno, con l’assegnazione di un modello di largo consumo. Particolarmente grave è la situazione dell’intero comparto della componentistica che occupa migliaia di lavoratrici e lavoratori piemontesi”.