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Caressa: così il giornalista può battere i robot

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Chi vincerà tra il giornalista robot e il giornalista umano, alla fine? Per un grande esperto di sfide com’è il giornalista sportivo e telecronista Fabio Caressa, incontrato da FuturaNews al Salone del Libro 2023, a perdere saranno le intelligenze artificiali:

Io non credo a una crisi del giornalismo o dell’informazione causata dall’IA. Per me si tratta solo di una grande bolla. L’intelligenza artificiale alla fine fa velocemente un copia e incolla, senza inventare. La diversità le persone la fanno nel mantenere la capacità di adattamento al nuovo mondo, ma anche di cambiare le visione delle cose. Se tu hai il coraggio di cambiare l’IA arriverà sempre dopo, perché non inventa ma riproduce“.

Una questione di coraggio, sì, ma anche di studio e adattamento valida per il giornalismo e molte altre professioni. Lo stesso telecronista romano negli anni di carriera si è dovuto adattare a nuovi stili di televisione e conduzione. Oggi, grazie anche al boom del suo canale Youtube, ha iniziato a comprendere il linguaggio dei social, che prima criticava ma con cui ora ammette di divertirsi.

Il segreto della professione giornalistica, e di qualsiasi altra professione, è adattarsi al cambiamento. Adesso abbiamo degli strumenti per leggere la realtà, che non sono intelligenza artificiale, ma gli algoritmi, i dati e i numeri. Elementi tutti utili a orientare il proprio giudizio. Un giudizio che nel 2023 non può più esclusivamente personale e derivante dalle proprie convinzioni, ma deve essere un pensiero che parte da un’attenta analisi della realtà e per farlo c’è bisogno di leggere attentamente i numeri. Secondo me le parole chiave sono studiare, innovare e quindi avere coraggio, perché quando provi ad innovare qualcosa il mondo intorno a te, che non è abituato, ha una certa resistenza. Quindi bisogna invece andare avanti con una certa durezza anche sulla strada dell’innovazione“.

Un altro argomento che spesso è rimbalzato tra i padiglioni del Salone è stato quello del podcast. Nicola Lagioia lo considera uno strumento di altissimo potenziale che permette di raccontare le storie in maniera diversa e più intima rispetto ai libri. Nonostante la miriade di aneddoti che nella sua carriera ha raccolto, Fabio non è della stessa opinione dell’ex direttore Lagioia.

L’aneddoto è l’elemento fondamentale della scrittura. La lettura di un aneddoto, se scritto in maniera corretta, se scritto in maniera accattivante, può suscitare delle emozioni positive anche molto più di un podcast. Un racconto su carta scritta ti permette di rileggere una certa storia e quindi di rivivere anche le emozioni che hai già vissuto o di apprendere qualcosa in maniera più positiva sulla pagina scritta. Ricordiamo che verba volant, quindi con un podcast è difficile ritrovare quell’emozione.
Al momento reputo che su tutti quelli offerti, la maggior parte siano noiosi e incapaci di trasmettere, e lasciare, qualcosa
“.