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Blocco licenziamenti, Ferraris (Cisl): “Inspiegabile l’atteggiamento del governo”

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Si avvicina una data segnata in rosso su molti calendari. Il 30 giugno vedrà la fine del blocco dei licenziamenti a livello nazionale: tensioni intestine al governo (si va verso una proroga solo in alcuni settori) e sindacati che fremono fanno da cornice ad un momento particolarmente delicato.

Lo sblocco causerà l’uscita dal sistema produttivo di circa 70mila persone a livello italiano ma favorirà l’assunzione dei giovani. A dirlo è l’Ufficio parlamentare di bilancio, secondo cui “I recenti andamenti di produzione, fatturato e ordinativi lasciano presumere che i datori di lavoro non dovrebbero avere né necessità né convenienza a grosse espulsioni di forze di lavoro”. Altre stime, tuttavia, riportano numeri decisamente più alti. È già in corso il confronto tra governo e parti sociali: Draghi ha ricevuto ieri, 8 giugno, il segretario della Cgil Maurizio Landini a Palazzo Chigi, proprio per un confronto diretto sul tema.

La situazione nazionale rispecchia anche quella piemontese, coinvolgendo i sindacati del territorio.

“È inspiegabile l’atteggiamento del governo”, commenta Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte. “Le condizioni che ci avevano indotto chiedere il blocco dei licenziamenti e che avevano portato ad accettarlo permangono. Non ci sono idee e progetti per le politiche attive: siamo ancora lontani dagli effetti positivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e siamo ancora in attesa della riforma sugli ammortizzatori sociali che non si è più vista”. Riguardo alla stima nazionale dell’Ufficio parlamentare di bilancio che prevede 70mila licenziamenti, Ferraris la definisce “Ridicola. Auspicabile ma non prevedibile”.

Occupazione e produzione in Piemonte

Unioncamere Piemonte diffonde periodicamente i dati relativi alle previsioni occupazionali sul territorio: l’affresco restituito è quello di un contesto in ripresa. Il blocco dei licenziamenti rappresenterà, in questo senso, un nodo cruciale per il continuum di questa tendenza. Stando alla documentazione dell’ente regionale, per maggio 2021 l’attesa era di 27.820 assuzioni, 9.750 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 1.910 unità in meno rispetto all’analogo periodo del 2019. Il 72,6% riguardava lavoratori dipendenti, il 20,3% lavoratori somministrati, il 2,9% collaboratori e il 4,3% altri lavoratori non alle dipendenze.

Nel 27% dei casi le entrate previste erano stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% a tempo determinato. Anche la produzione manifatturiera piemontese è tornata a crescere nei primi tre mesi del 2021, registrando un +5%.

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