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Barriera si rinnova con il nuovo murale di Millo

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A distanza di 10 anni, Millo torna a Torino per ripristinare il murale in Piazza Bottesini 6. L’artista ha appena concluso il lavoro in Barriera di Milano, un progetto di riqualificazione urbana che punta tutto sulla forza dell’arte: per rendere il quartiere più attrattivo per chi lo visita e più accogliente per chi lo abita. Un tratto identitario che passa attraverso le pennellate di Millo, che in due giorni ha dipinto 500 metri quadrati di una facciata cieca a lato della piazza. Ha ricreato il murale che aveva realizzato nel 2014, nel contesto del progetto Habitat di B.ART, che aveva promosso la nascita di 13 murales sul territorio. Nel caso di piazza Bottesini, il tema è lo stesso del murale precedentemente realizzato. Stesso contenuto e stesso messaggio, eppure sono ben presenti le evoluzioni stilistiche dell’artista. Un rinnovamento, dunque, che riguarda sia l’opera che lo stesso quartiere. Un tutt’uno che spiega i fini del progetto, che oltretutto ha lanciato l’artista nel panorama internazionale.

“Sono particolarmente legato a quest’opera e a questo luogo – spiega Millo -. È uno dei lavori più importanti per me, mi ha dato tantissimo. Ha segnato il passaggio ai muri monumentali, è stata la mia palestra da muralista. Che effetto mi fa? Molto intenso, ogni centimetro di questo quartiere mi ricorda ciò che provavo quando stavo lavorando al progetto nel 2014”. Tra le novità inserite nel murale di Piazza Bottesini, anche uno dei 13 lavori realizzati nel 2014. “Ho inserito anche il murale del Piccolo Re, che avevo realizzato qui a Barriera. Ho usato più toni di grigio rispetto a quello che feci l’altra volta, dietro c’è stato un lavoro di preparazione più complesso. Quando ho pensato a come creare il murale ho fatto riferimento al tema del sogno, a come scompariamo durante la notte. A quello che siamo, quando non ci siamo. E che si collega con il tema della casa e del quartiere, nella complessità dei suoi elementi e delle persone che lo vivono. Perché, anche se non ci si rende conto, ogni movimento, ogni presenza, ogni persona crea la personalità di un luogo”.