La partenza, da Pesek di Grozzana, al confine italo-sloveno, martedì 14 dicembre. L’arrivo, a Oulx, il 22. Una staffetta di oltre 680 chilometri condivisa da più di 50 atleti podisti e ciclisti per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà dei profughi lungo la cosiddetta “rotta balcanica”. L’Italia ne è infatti considerata l’ultima tappa: il cammino degli uomini, delle donne e dei bambini lungo i Balcani è costellato di soprusi, abusi e violazioni dei diritti umani. Solo a ottobre il progetto olandese di giornalismo collaborativo “Lighthouse Report” ha pubblicato scioccanti testimonianze video che ritraggono le violenze delle forze di polizia greche, romene ma soprattutto croate nei confronti dei migranti.
Il progetto “Il Cammino della Speranza”, ideato da Missionland e promosso da associazioni che negli ultimi mesi hanno assistito i migranti lungo le frontiere europee, prevede otto tappe di 70/80 chilometri: Trieste-Portogruaro (VE); Portogruaro-Mirano (VE); Mirano-Thiene (VI); Thiene-Chievo (VR); Chievo-Brembate (BG); Brembate–Milano; Milano-Torino; Torino-Oulx (TO). Nonostante sia il punto di arrivo della staffetta, la cittadina di Oulx è solo la prima tappa del percorso che, snodandosi lungo tutta la Valle di Susa fino all’alta montagna, va in direzione del confine con la Francia. Dalla bassa Valle, in cui una vasta rete di attori solidali cerca di migliorare le loro condizioni di permanenza e di viaggio, i migranti si spostano verso il colle del Monginevro, i cui boschi innevati sono spesso teatro di episodi di caccia all’uomo da parte della polizia francese. Anche qui, infatti, si è sviluppato un regolare meccanismo di respingimento illegittimo: le autorità spesso non consentono alle persone di presentare domanda di asilo, obbligandole a firmare moduli di cui non conoscono il contenuto, e impediscono ai minori non accompagnati di usufruire della protezione riconosciuta dal diritto internazionale.
Una delle associazioni più importanti di questa parte di territorio è Rainbow For Africa, organizzazione non governativa con base a Torino, che figura anche tra i promotori dell’evento. “La marcia è stata organizzata in modo assolutamente spontaneo e ‘dilettantesco’, non essendo il nostro mestiere, con la forza e l’entusiasmo che ne derivano” racconta il presidente Paolo Narcisi. “Gli atleti che parteciperanno, nella maggior parte dei casi, non sono famosi. Sono sportivi principalmente dilettanti, e porteranno un testimone al cui interno sono custodite le copie delle pagelle dei migranti. Simboleggiano una speranza per il futuro, ricordando l’episodio del bambino annegato nel Mediterraneo con la pagella cucita ai vestiti. Nelle intenzioni di queste persone, la pagella dovrebbe essere per loro quasi un passaporto, per dimostrare che meritano un futuro. Anche se ultimamente abbiamo smesso di usarli, i simboli sono molto importanti: come un testimone, possiamo passarli da persona a persona. Queste persone fanno parte del nostro tessuto sociale”.
Rainbow For Africa ha sempre avuto una forte presenza nei paesi del Terzo Mondo, in particolare in Africa. Ma nel 2017, dopo l’esperienza sulle isole greche e in mare – i suoi volontari costituivano l’equipaggio della Iuventa, l’unica nave di ong ancora sequestrata a Trapani – ha iniziato a lavorare anche al confine italo-francese: “Ci è sembrato doveroso. Siamo di Torino, queste sono le nostre montagne. Da Bardonecchia ci siamo spostati al rifugio Fraternità Massi di Oulx, gestito dall’associazione Talità Kum, dove forniamo assistenza sanitaria assieme alla Croce Rossa. Da marzo abbiamo la presenza fissa di un nostro infermiere ogni notte”. L’ambulatorio di assistenza medica presso il rifugio vedrà presto un cambiamento importante: “Innanzitutto avvieremo una collaborazione con Medici per i Diritti Umani, con cui ci integreremo per l’assistenza diurna. A breve, poi, il rifugio avrà una nuova sede. I moduli attualmente in uso come soluzioni abitative verranno utilizzati come ambulatorio e ospedale, in modo da separare i sani dai malati, cosa ancora più importante in tempi di Covid”.
Le partenze per le varie fasi del “Cammino della speranza” sono fissate per le ore 8.30, mentre gli arrivi sono previsti intorno all’ora del tramonto. Al termine di ogni tappa verrà organizzato, a cura delle associazioni partecipanti, un evento informativo con eventi, testimonianze e la proiezione del film di Pietro Germi intitolato proprio “Il cammino della speranza”, da cui l’evento solidale prende il nome. La pellicola, datata 1950, ripercorre la storia di un gruppo di poveri minatori siciliani che, all’indomani della chiusura della loro miniera, decide di emigrare in Francia. Viaggio pieno di ostacoli e privazioni, da Sud a Nord, fino agli stessi passi di montagna in Val di Susa e anche loro in clandestinità.
L’evento è promosso da Missionland – Carré (VI), Rainbow for Africa – Torino, Mamre – Torino, Engim Italia, Linea d’Ombra ODV – Trieste, Iscos Veneto (Istituto Sindacale per la Cooperazione Sviluppo), DRC Italia. Per chi volesse sostenere l’iniziativa l’IBAN è IT06Z0306909606100000013673, causale: Il Cammino della speranza (cammino.speranza2021@gmail.com).