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Annalisa Camilli, Ilaria Alpi e un podcast

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Annalisa Camilli racconta la storia di Ilaria Alpi in una delle puntate di “Giornaliste”, registrata in diretta al Salone del libro. Il podcast di storielibere.fm, arrivato alla seconda stagione, restituisce visibilità alle giornaliste del passato, spesso dimenticate e misconosciute. Lo fa dando la parola alle giornaliste italiane di oggi, che, ripercorrendo i passi delle colleghe che le hanno precedute, tracciano il legame che unisce il presente e l’eredità della produzione giornalistica femminile.

Il 20 maggio del 1994, quando Ilaria Alpi viene uccisa a Mogadiscio insieme a Miran Hrovatin, Annalisa Camilli è una ragazzina. Apprende la notizia, probabilmente come molti italiani, ascoltando la voce del giornalista del TG3 Flavio Fusi e il giorno dopo ne parla a scuola, con i compagni e le insegnanti. Pochi anni prima, in Italia erano stati uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Loro, insieme a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sarebbero diventati per la generazione di Annalisa Camilli delle figure mitiche che, mentre un intero sistema di valori crollava con il caso Mani pulite e l’ascesa di Berlusconi, restavano in piedi. La storia di Ilaria Alpi intreccia quella di Annalisa Camilli sei anni più tardi quando inizia a frequentare la Scuola di giornalismo Lelio Basso. Incontra Massimo Loche, caporedattore di Ilaria Alpi, e Maurizio Torrealta, suo collega.

Ilaria Alpi tra qualche giorno avrebbe compiuto 62 anni. Per il suo assassinio e quello del suo cameraman Miran Hrovatin non sono state fatte né verità, né giustizia. Non sono stati trovati gli esecutori materiali, né i mandanti. Giancarlo Marocchino, il primo ad arrivare sul posto in cui la giornalista era stata uccisa, dopo aver visto la scena, la descriveva usando queste parole: “È stata un’esecuzione, sono andati dove non dovevano andare”. Gran parte del materiale che Ilaria Alpi aveva raccolto in Somalia non è mai arrivato in Italia. L’auto in cui era avvenuto l’omicidio non è mai stata sequestrata. Solo grazie all’intervento dei suoi genitori, dopo la sua morte in Italia è stata aperta un’inchiesta contro ignoti. Oggi molti testimoni dei fatti sono spariti o sono morti. Come l’autista, ucciso dopo avere testimoniato al processo italiano, e la guardia del corpo, sparita.