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Agricoltura in emergenza. Il sociologo Palmisano: “Chi si oppone alla regolarizzazione fa il gioco degli schiavisti”

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La stagione della raccolta di frutta e verdura è alle porte. Gli ultimi arresti per caporalato risalgono a qualche giorno fa, al Nord, nel Monferrato. L’emergenza sanitaria da Coronavirus potrebbe causare carenza della manodopera, soprattutto straniera. Nel cuore del distretto della ciliegia “ferrovia”, la sindaca di Turi (Bari) Tina Resta ha fatto chiudere la foresteria per braccianti migranti. La Regione Puglia guidata dall’ex magistrato Michele Emiliano non è ancora intervenuta a riguardo; avrebbe potuto aumentare i moduli abitativi dotati di servizi.

Bisogna fare in fretta. Chi ha già il suo “giro” di lavoratori stagionali, potrebbe continuare nella raccolta, ospitandoli nelle campagne, lontano dagli occhi “indiscreti” delle autorità. Ma dal Settentrione al Mezzogiorno d’Italia bisogna combattere il fenomeno delle baraccopoli.

Per questi motivi, il dibattito sulla proposta di legge della ministra Teresa Bellanova è più vivo che mai. L’esponente di Italia Viva propone una regolarizzazione di braccianti e colf. Un primo accordo è stato raggiunto nella notte, ma resta l’incognita 5 stelle.

 

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Il sottosegretario di Stato alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate (M5S) ha illustrato il suo punto di vista (qui per rileggere l’intervista). E aggiunge che bisogna “dare l’opportunità a chi è entrato in maniera regolare in Italia in passato, per prestare la propria opera in agricoltura, e che si trova ora ai margini della società, magari lavorando in nero. È su questo che la regolarizzazione dei migranti deve concentrarsi senza sconfinare in sanatorie che nulla hanno a che vedere con la problematica che stiamo vivendo in questo momento”.

“La situazione è più complessa e va studiata su più aspetti. Regolarizzare un rapporto di lavoro con una sanatoria mi sembra una toppa al problema”, fa sapere la prima cittadina di Turi, Tina Resta.

“Chi si oppone alla proposta della Bellanova sta facendo il gioco degli schiavisti”, replica lo scrittore e sociologo Leonardo Palmisano, autore di “Mafia Caporale” (Fandango Editore).

Quanto alla chiusura della foresteria, Palmisano risponde che la decisione del Comune di Turi “è oltraggiosa verso i braccianti e verso le imprese che li assumono. Questo fanno i sovranisti: annullano diritti ed economia in nome di un’idea segregazionista della società. Il sistema della ciliegia – aggiunge – è stato abbattuto dal prezzo imposto dai grossisti e grandi compratori. Invece se la prendono con i poveri migranti. Mettiamoci in testa che senza la manodopera straniera nessuno va a fare quei lavori. La sindaca di Turi risponderà alla storia di quello che sta facendo”.

 

“Regolarizzazione sì. Con alloggio e trasporto”

Palmisano parla di “razzismo istituzionale” e si dice favorevole alla regolarizzazione. In merito al progetto di Bellanova aggiunge che oltre ai diritti salariali (contratto di lavoro e permesso di soggiorno) bisogna pensare all’alloggio e al trasporto gratuito.

“Teresa Bellanova conosce la materia e – secondo Palmisano – ha fatto una proposta molto sensata. Regolarizzare non significa attrarre manodopera dall’estero, come tendono a dire figure sovraniste e alcuni 5 stelle. Vuol dire far emergere quel lavoro nero che c’è e restituirlo a una condizione di dignità salariale. Io aumenterei il carico di diritti puntando sulle case. Con un piano casa da condividere con le amministrazioni comunali dei territori. E con un piano per il trasporto che già è attivo in alcune realtà”.

La ministra Bellanova propone una regolarizzazione alla tedesca, perché in Germania è in vigore una legge simile alla nostra “Bossi-Fini”. “Non è vero che i braccianti lavorano soltanto sei mesi – osserva lo scrittore sociologo – Per questo procederei con una regolarizzazione vincolata alla possibilità di rinnovare i contratti per almeno un anno. Siamo difronte a un qualcosa di diverso dalla sanatoria. Dobbiamo quindi studiare un meccanismo che sia tarato sui lavoratori stagionali, ma farlo molto velocemente perché la stagione è già iniziata. Questo ci consentirebbe di poter eludere in parte la Bossi-Fini che ha mostrato tutti i suoi limiti. Ci consentirebbe di spostare l’attenzione sul lavoratore e sui diritti del lavoratore. È necessario coinvolgere le amministrazioni locali. Laddove si mostrano riottose, devono intervenire le prefetture”.

 

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Palmisano ha denunciato il sistema da lui definito “Mafia Caporale”. “Bisogna comprendere la gravità di quello che sta accadendo nelle campagne ai danni delle braccianti e dei braccianti, delle donne spesso sottoposte a ricatti sessuali. Mi stupisce come una forza che si dichiara libertaria (il M5S) si opponga ad una regolarizzazione ancorché temporanea. Sono invece contento che il Pd e Italia Viva, oltre ai sindacati, siano favorevoli”.

Intanto, i rumeni arrivati nel tarantino per la raccolta di carciofi sono andati via. Non c’è manodopera. Nella Capitanata ci sono braccianti nei ghetti: circa 8 mila in questo momento. “Una regolarizzazione consentirebbe di ridurre la presenza nelle baraccopoli al Nord e al Sud. Il problema è nazionale – conclude Palmisano – questa manodopera circola e risponde a una domanda”.

Bellanova ha minacciato di abbandonare il governo. “La verità – conclude Palmisano – è che il MoVimento 5 Stelle non ha più voti e insegue la Lega. Solo che la insegue male e soprattutto la favorisce. Ripeto, chi non vuole regolarizzare sta coi negrieri”.

NICOLA TEOFILO