È Torino la città scelta dall’Unione Europea per ospitare il centro di competenze per l’innovazione sociale, le cui attività saranno finanziate dal Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI). La città si è aggiudicata il bando europeo e avrà accesso ai 900mila euro di budget, insieme ai numerosi partner che aderiranno al progetto: Fondazione Brodolini, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Politecnico di Torino, Euricse, Fondazione Italia Sociale e altri attori pubblici e privati per oltre trenta stakeholder coinvolti. All’hub di Torino spetterà anche il ruolo di coordinamento internazionale degli altri centri nascenti in Grecia, Romania e Slovenia.
Per provare a inquadrare le potenziali ricadute del progetto, abbiamo parlato con Giuseppe Russo, direttore del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi di Torino: “Si tratta di una scelta che fa ben sperare, una buona cosa per il nutrito panorama torinese di operatori del terzo settore”. Fondato nel 1963, il centro Einaudi svolge attività di ricerca nel campo delle scienze sociali, caratterizzandosi per un forte attaccamento alle dinamiche territoriali: dal 2000 pubblica ogni anno il Rapporto Rota su Torino, che offre uno spaccato sulla condizione demografica, economica, sociale e non solo del capolugo piemontese. “Il terzo settore – continua Russo – ha da sempre un rapporto particolare con Torino. Qui numerose istituzioni, sia di matrice confessionale che afferenti alla sfera del volontariato, hanno manifestato una presenza duratura. Il filo diretto con altri centri in ambito internazionale, è inoltre un segnale di aprtura rispetto all’ultimo periodo.”
L’assegnazione a Torino è però solo il principio di un percorso che attende di delinearsi: “Questo avvenimento è da considerarsi come un passaggio istitutivo, i cui risultati saranno soggetti a valutazioni di tipo qualitativo nel tempo. Il centro fungerà da incubatore di idee per stimolare buone pratiche e trasferirle verso l’esterno. Se ben coordinato, potrà contribuire agli sforzi per generare benessere e utilità, inclusione e riduzione della povertà,” continua Russo.
Nei giorni scorsi Marco Pironti, assessore all’Innovazione del Comune di Torino, aveva definito il centro come un laboratorio per formare all’imprenditorialità realtà del terzo settore come cooperative, associazioni e enti no profit, oggi mantenute per lo più attraverso donazioni e sostegni da parte di fondazioni bancarie. L’obiettivo, secondo il rappresentante dell’amministrazione, è quello di dare alle realtà attive sul territorio gli strumenti per un autosostenersi.
In un’ottica di medio periodo, le nuove teconologie potranno venire in soccorso del progetto in partenza: “Nei prossimi 10 anni – conclude Russo – tenere il passo con l’innovazione tecnologica sarà importante anche per chi opera nel sociale. L’idea che ci sia una fonte a cui abbeverarsi sarà importante per favorire un’alleanza virtuosa tra soggetti di diversa natura, accomunati da obiettivi altruistici. La produzione di impatti sociali è fondamentale per la crescita di una società nel suo insieme”.