Rete tranviaria ridotta e obsoleta, sistema metropolitano al di sotto dello standard europeo ed eccessiva motorizzazione pro capite sono solo alcuni dei problemi legati alla mobilità nella città sabauda. Torino, notoriamente maglia nera per la qualità dell’aria nel nostro paese, versa in una condizione ambientale precaria e una delle cause di questo problema sono proprio i mezzi di trasporto. Mercoledì 12 maggio Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ha organizzato un evento ricco d’interventi e di ospiti dal titolo “Muoviamoci bene” per presentare la situazione attuale, ma anche per affermare che delle alternative sono possibili.
L’assessora ai trasporti del comune di Torino Maria Lapietra, aprendo il lavori, ha spiegato come la pandemia, assieme alle enormi difficoltà, abbia portato anche una maggiore consapevolezza su un tema centrale come quello dei trasporti: “Oggi i cittadini vogliono camminare, stare fuori, hanno bisogno di spazio. Il comune ha portato avanti il discorso delle scuole car free con il ministero, inoltre vogliamo introdurre nuove piste ciclabili. Il nuovo piano urbano della mobilità sostenibile non è un piano politico, ma un piano che va nella direzione giusta della salvaguardia dell’ambiente. Vogliamo una città a 30 km/h. Ci sono persone che non possono fare a meno dell’auto, ma altre sì”.
Lapietra ha poi proseguito: “Si può fare, lasciando da parte la paura di salire sui mezzi, portata dalla pandemia. Arpa ci ha rassicurato sulla sicurezza della metropolitana. Bisogna dare fiducia ai mezzi in sharing. Come Comune ci stiamo impegnando per dei progetti ambiziosi. Vogliamo inserire nell’orario dei lavoratori anche il tempo di spostamento. Se ci metto mezz’ora ad andare a piedi ma sono pagato non uso l’auto”.
L’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati ha lanciato un messaggio incentrato sull’importanza di migliorare non solo la rete urbana, ma anche quella extraurbana, potenziando i trasporti ferroviari: “Un passaggio fondamentale sarà il salto dai progetti ai bandi. Anche se abbiamo tanti problemi da risolvere, ora stanno arrivando tante risorse. Gli enti locali del Piemonte hanno presentato 3007 progetti, di cui il 42% sono sull’ammodernamento energetico, il 21 sulle energie rinnovabili, una parte sulla mobilità ferroviaria, e il resto sulla protezione del territorio e l’innovazione digitale. Stiamo vedendo ogni progetto per capire se sono compatibili con il Pnrr”.
Marnati ha aggiunto: “Ci sono tanti piccoli comuni che vanno collegati. Uno dei mezzi per farlo è la Novara-Biella, che va elettrificata, la prima tratta che vedrà i treni a idrogeno. La scadenza per portare a termine i progetti è il 2030. Noi vogliamo abbassare, adeguandoci alle percentuali europee, il trasporto su gomma. Cerchiamo di spostare i passeggeri con mobilità sostenibile, servono le infrastrutture che oggi mancano”.
Come emerso nell’incontro, Torino versa in una condizione ambientale precaria, soprattutto per quanto riguarda la qualità dell’aria, che si classifica come la peggiore tra le città capoluogo mappate da Legambiente nella sua classifica annuale per il Sole 24 Ore. Buona parte di questo inquinamento è causato dai mezzi di trasporto, poiché Torino presenta un tasso di motorizzazione pro capite molto alto, con oltre 63 persone su 100 che dispongono di un’automobile. Per invertire la tendenza è necessario che i cittadini e i pendolari possano fare maggiore affidamento sui mezzi pubblici, i quali però risultano spesso insufficienti e inadeguati. Un rapporto di Legambiente riporta come negli ultimi anni il capoluogo piemontese abbia ridotto il numero delle linee e dei percorsi dei tram (i cui componenti risultano peraltro molto vecchi ed obsoleti), e come la metropolitana non sia assolutamente in grado di far fronte alla richiesta di spostamento a causa delle sue dimensioni ridotte rispetto ad altre città europee.
Le proposte di Legamente Piemonte e Valle d’Aosta sono però chiare: il potenziamento della rete tramviaria, con l’introduzione di nuovi tram ecologici. Il ridisegno del trasporto pubblico, con una mappa chiara in grado di coprire il territori con un congruo numero di fermate. La riattivazione delle linee sospese e infine una nuova governance atta a gestire e monitorare l’andamenti dei mezzi pubblici.