E’ inziato il soundcheck per i festival di Torino. In estate si suona, per davvero. Il Covid ha messo un grande punto interrogativo sulla sopravvivenza della musica dal vivo come attività redditizia. Si è aggrappata al virtuale con le unghie, ma la musica ha fame di spazio per non rimanere incastrata in un ambiente culturale distopico. L’industria del live ha bisogno di iniziative creative, esperimenti di flessibilità, anche di sacrifici. Non si può avere tutto subito. Ma quest’estate si comincia ad ottenere qualcosa.
La pandemia ha amplificato le difficoltà organizzative. “Lavorare senza una propettiva a lungo termine su programmi che necessitano di una progettualità lunga è sicuramento difficile” racconta Gianluca Gozzi di Todays Festival. Uno scheletro normativo incerto e i festival si muovono a tentoni cercando formule sostenibili. L’idea è questa: distanziamento, posti a sedere, ingressi a tempo, ticketing contactless e tracciamento dei contatti. Metà della capienza o mille posti al massimo. In questa cornice di prevenzione si cerca di mantenere viva la qualità. I festival torinesi ci saranno. E vogliono sottolineare il loro ruolo di presidio culturale.
Apre le danze il Torino Jazz festival. Ancora una doppia programmazione. Dal 19 al 27 giugno la prima sessione Main Stage. Da lunedì 27 settembre a domenica 3 ottobre quella Jazz Cl(H)ub. A ospitare i concerti nella prima fase saranno le Officine grandi riparazioni, il Conservatorio Giuseppe Verdi, e il Teatro Vittoria. Il TFJ Jazz Cl(H)ub, invece, punta a tornare nei club cittadini, come da tradizione. Posti dimezzati e concerti doppi nella stessa serata per poter permettere a più persone di partecipare al festival ,rispettando gli orari dettati dal corpifuoco e le capienze ridotte. “Recuperare il piacere di ascoltare insieme concerti che si preannunciano di grandissimo interesse è stato l’obiettivo del lavoro di questi lunghi mesi di incertezza” sottolinea l’assessore alla Cultura del Comune di Torino Francesca Leon. Recuperare il cartellone del TFJ 2020. è invece l’intento dei direttori artistici: Diego Borotti e Giorgio Li Calzi infatti cercheranno di portare sul palco gli ospiti che non hanno potuto partecipare l’anno scorso a causa della pandemia. Riprendere la linea tracciata nel 2020, rifrenscandola con presenze internazionali.
Cominciano ad appartire i primi nomi sui cartelloni. TOdays festival avrà Grace Jones: artista iconica jamaicana che ha fatto irruzione nel mondo della disco music con sei album di successo. Quella torinese sarà l’unica sua data italiana, il 27 agosto. Anche il Flower Festival rimanca la sua presenza, e lo fa annunaciando i Guano Apes, l’unico nome al momento, anche se si vocifera sulla presenza di Vasco Brondi e della Rappresentante di Lista. Stupinigi Sonic Park presenta Nick Mason’s Saucerful of Secret e LP per l’edizione 2022, mentre lavora per la kermesse di quest’anno. “Stiamo chiudendo gli ultimi dettagli” racconta Fabio Boasi, direttore artistico dello Stupinigi Sonic Park. Qualche nome che appare e format da ricostruire, per stare nel budget e rispettare il distanziamento. “Quest’anno Stupigi Sonic Park sarà diverso, un esperimento più unico che raro, e noi volgiamo trarre il buono da queste condizioni. Il festival non sarà nel parco, come da tradizione, ma nel cortile d’onore, per rientrare nelle spese”. La facciata della Palazzina di Caccia farà da sfondo naturale, un esperimento già riuscito nel 2016 per il concerto Piano Solo di Bollani. “I posti contingentati e lo spazio scelto creeranno un’atmosfera più intima e raccolta. Per i fan potrebbe essere un valore aggiunto avere un contatto più confidenziale con l’artista”. Si riorganizzeranno anche gli spettacoli adottando formule minimali e sostenibili. Ci saranno più concerti acustici rispetto alle formazioni elettriche. “Ripensare alle performance per preservare la qualità nonostante le condizioni difficili”, conclude Fabio Boasi.
Si pensa in modo diverso per ripartire in presenza, ma non sarà così per tutti. Il Kappa FuturFestival sceglie di guardare direttamente al 2022. Segue per il secondo anno una versione virtuale caratterizzata dai Talking Future: appuntamenti dove cultura, scienza e musica dialogano in una cornice digitale. “Non ci sono i tempi e le economie. Ora ci si avvicina alla ripresa. Noi puntiamo a migliorare la gestione della nostra impresa culturale. La pandemia può essere lo stimolo per accelerare questo processo”, racconta il direttore artistico del Kappa FuturFestival Maurizio Juni Vitale.
A Torino i festival vogliono esserci, in un mercato della musica dal vivo che andrà tutelato e regolamentato, a maggior ragione dopo l’esperienza pandemica. Soluzioni creative e temporanee per segnare la ripartenza post-Covid. Nulla è dato per certo, le cancellazioni rimangono ancora una possibilità. La pandemia, lo abbiamo visto, ha già regalato diversi colpi di scena.