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Lavoratori edili in sciopero, vertice sindacati-prefettura

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Risparmiare sui costi aziendali a costo di mettere a rischio la sicurezza dei dipendenti. Questa è la ragione che ha spinto i lavoratori edili a scendere in Piazza Castello, davanti agli uffici della Prefettura di Torino. Lo sciopero è stato proclamato dalle associazioni sindacali Feneal Uil Piemonte, Filca Cisl e Fillea CGIL Torino. Al centro delle rivendicazioni dei lavoratori edili, c’è la revisione e l’aggiornamento del protocollo di intesa firmato dal “Comitato Permanente di Studio sulla Salute e Sicurezza sul lavoro” della Prefettura di Torino il 4 febbraio 2010. In particolare, nell’incontro tra il prefetto e i sindacalisti è stato richiesto di introdurre nel protocollo misure efficaci per assicurare il rispetto dei codici Ateco da parte delle aziende edili. “Molto spesso gli infortuni sul lavoro avvengono perché chi lavora nei cantieri non ha una formazione adeguata. A volte i lavoratori sono assunti con un contratto da metalmeccanico o anche di altri settori. Troviamo un po’ di tutto purtroppo”, spiega Claudio Papa, responsabile provinciale Feneal Uil Piemonte.

Nelle parole del sindacalista è racchiuso il nocciolo della battaglia sindacale. Non è raro, infatti, che aziende edili regolarmente iscritte alla camera di commercio assumano personale senza ricorrere al contratto edile. Quest’ultimo prevede un minimo di sedici ore di formazione in materia di tecniche sulla prevenzione degli infortuni sul posto di lavoro. Secondo i sindacati, vengono spesso proposte altre tipologie di contratto per ragioni di mera convenienza economica. “Sono anni che denunciamo questo fatto, ma non siamo ancora riusciti a ottenere quello che chiediamo: la piena regolarità delle aziende che lavorano nel campo dell’edilizia. Bisogna investire sulla sicurezza nel lavoro. Non risparmiarci sopra” afferma ancora Papa.

lavoratori edili
Immagine del sit-in in Piazza Castello dei lavoratori edili

Sulla questione si è espresso anche Gerlando Castelli, segretario generale Filca – Cisl di Torino: “I morti sono quasi tutte di false aziende edili. Non è accettabile che un lavoratore esca di casa la mattina, per poter procurare da mangiare ai suoi figli, e rischi di non farvi più ritorno, perché non ha idea di cosa fare sul posto di lavoro per garantire la propria sicurezza. Dobbiamo lavorare su questo, infatti le aziende con personale più qualificato hanno molti meno morti rispetto a quelle “furbette””.

Come si legge nel comunicato stampa diffuso a margine del vertice sindacati-prefetto di questa mattina, 3 maggio, “la prefettura ha preso l’impegno di attivarsi nell’immediato con tutte le istituzioni territoriali ricomprese nel Protocollo e determinare con loro una serie di incontri nelle prossime settimane”. La speranza è quella di riuscire ad attivare il tavolo unitario di tutte le parti siglanti il vecchio Protocollo entro l’inizio del mese di giugno. L’obiettivo è chiaro: velocizzare il rinnovo e mettere un argine alla deriva degli infortuni quanto prima possibile.

Il sit-in di questa mattina arriva a quattro giorni di distanza dall’incidente occorso nel cantiere del nuovo deposito di smistamento Amazon ad Alessandria. A causa del cedimento di una trave, un operaio di 50 anni ha perso la vita e altri cinque sono rimasti feriti gravemente. Secondo i dati Inail pubblicati dall’Osservatorio Vega Engineering, da inizio 2021 ad oggi sono già 14 le morti bianche in Piemonte, su un totale di 154 vittime accertate a livello nazionale. “I dati sugli infortuni diffusi dall’Inail sono parziali. Molti casi non vengono neanche denunciati dai lavoratori. Il motivo? Semplice, hanno paura di perdere il posto”, commenta Marco Bosio, segretario Filt Cgil di Torino e membro della delegazione sindacalista che stamattina ha incontrato il capo di gabinetto della prefettura di Torino, Diego Della Verde.

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