“Un weekend in montagna dal mio vecchio zio, che non vedo da un anno e mezzo, e mi spiace moltissimo pensare quanto sia solo”. Il sogno che ci ha raccontato Jacopo, 33 anni, è semplice: rivedere – e forse ancora meglio, riabbracciare – un proprio caro. Ma la pandemia ha reso anche il desiderio più “scontato”, un obiettivo talvolta impossibile da raggiungere.
“Io vivo in Lombardia, mentre lui in Veneto. I divieti di spostamento ci hanno diviso, e non lo vedo ormai da più di anno” racconta Jacopo. Ma le restrizioni nel movimento – in questo caso, soprattutto lo stop agli spostamenti tra Regioni – sono solamente uno dei tanti scogli. “Lui ha 87 anni e ho comunque timore di passargli il virus, se mai dovessi averlo in modo asintomatico. Sono uno che rispetta tutte le regole e le varie quarantene del caso, ma la possibilità purtroppo c’è sempre”.
In questo anno di pandemia abbiamo tutti imparato a sfruttare gli strumenti tecnologici a nostra disposizione, spesso scoprendone di nuovi e sorprendentemente utili per rimanere “in contatto” con amici e parenti, anche solo davanti a uno schermo. Per le persone più anziane, però, questo meccanismo non è affatto scontato: “Come molti anziani non ha internet. Per questo, purtroppo, non possiamo nemmeno vederci in videochiamata”. “Prima della pandemia, andavo da lui almeno una volta ogni sei mesi. Negli ultimi anni anche tre o quattro volte all’anno. Il tempo vola e vorrei stare con lui il più possibile” ha aggiunto Jacopo.
Un sogno che può accomunare molti che – come Jacopo – non desiderano l’impossibile, ma solamente un po’ di normalità, come tornare a riabbracciare i propri cari, senza limiti e senza paura.
Da ormai un anno sognare sembra un privilegio del passato. La pandemia ci ha confinato all’interno delle nostre case e ha limitato il pensiero del futuro. In momenti così, aggrapparci alla speranza può essere la miglior medicina. Condividere i propri sogni non solo aiuta noi stessi, ma dà speranza anche al prossimo.