Il passaggio all’elettrificazione e alla guida autonoma. La disponibilità di nuove tecnologie e il driver ambientale. Tutto questo, insieme all’evoluzione dei costumi individuali e collettivi verso il bene “automobile”, sta innescando una rivoluzione di proporzioni inedite nel settore automotive. Quali gli scenari globali nel breve e medio termine, tanto del prodotto quanto del mercato?
I più importanti car-makers italiani e ed europei – moderati da Paolo Boccio del Sole 24ore – si sono riuniti questa mattina, martedì 12 marzo, al Centro Congressi Unione Industriale di Torino, per proporre nuove prospettive non solo nel campo della motorizzazione ma della mobilitazione a livello nazionale ed internazionale.
Giorgio Marsiaj, presidente dell’AMMA (Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate) ha aperto la seduta ricordando la nascita dell’associazione, nata cent’anni fa su impulso del senatore Giovanni Agnelli, suo primo presidente. In un momento in cui si diffondevano speranze di miglioramento sociale nel complesso quadro post-bellico, ma anche in una cornice di crescente drammaticità che vedrà l’imminente sorgere del fascismo. Dalla sua nascita ad oggi “AMMA ha saputo muoversi con la sua missione associativa in un mondo in continua metamorfosi. E questo grazie alla collaborazione di aziende e imprenditori del territorio: Torino è ed è stata una grande città industriale manifatturiera. Al passato tendiamo un omaggio per trarne esempio per costruire un domani in cui protagoniste siano le nostre imprese e società locali nel loro insieme”.
L’industria automobilistica riveste un ruolo chiave in Europa: il settore ha da sempre un enorme rilievo da un punto di vista occupazionale. L’automobile fino alla fine degli anni ’80 ha conosciuto il suo momento di grande crescita, anche in ragione dell’identificazione culturale di chi vedeva nel possesso di un autoveicolo il raggiungimento di uno status sociale. Il suo successivo sviluppo – fino ai giorni nostri – è stato simbolo di una metamorfosi culturale e ideologica destinata a riversare effetti sul’intero tessuto produttivo, trasformando le città, condizionando gli stili di vita e diffondendo una nuova cultura della mobilità.
Daniele Chiari – EMEA Head of product planning & institutional relations FCA Italy – ha sottolineato come nel mutamento che riguarda il mondo dell’automotive si registra la mancanza di una passione, di un trasporto emotivo dei giovani per l’automobile. Quella in corso oggi è l’imporsi di una nuova scala di valori per cui lusso non significa più avere una macchina fiammante bensì investire il proprio denaro in viaggi o altri hobby. Un recente sondaggio americano evidenzia che il 50% dei giovani (18-24 anni) preferisce avere disponibile un accesso a internet piuttosto che possedere un’automobile.
Umberto Tossini – Chief Human Capital Officer Autmobili Lamborghini – ha parlato del Business Case di automobile Lamborghini e del celebre esempio di industria 4.0 impiantata a Sant’Agata Bolognese. “La trasformazione attuale del sistema automobilistico implica la sinergia tra competenze soft – che attengono alla gestione e cooperazione tra talenti – e quelle hard – come quelle organizzative”. Ma anche la collaborazione, in questo settore, tra le politiche industriali interne ed europee. Questo per gestire le ricadute economiche e sociali attuali, e guardare a nuove strategie per un’evoluzione eco-friendly dell’automotive.