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Generazione Quadrophenia: la cultura mod a Torino

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Sono passate 15 estati dal concerto che il padrino della cultura mod tricolore, Antonio Bacciocchi in arte Tony Face, ha definito “il più importante evento mod nella storia italiana”. 15 luglio 2010, il palco della reggia di Venaria Reale, allestito dal Traffic Torino Free Festival, ospita una serata interamente dedicata alla sottocultura mod, con Paul Weller, The Specials e gli Statuto, alfieri della scena italiana.

I mods nascono nei quartieri londinesi alla fine degli anni Cinquanta, partendo dalle radici soul e ska fino ad arrivare ai riff vibranti degli Who. Ragazzi proletari dagli abiti eleganti, in Vespa o Lambretta – spesso contrapposti allo stile dei rockers – che rivendicano il modernismo contro una società omologata. Nel ‘79 il mod revival, sulla scia di band come The Jam, Madness e The Specials e del manifesto generazionale del film Quadrophenia, diffonde l’estetica, la filosofia e la musica mod in tutto il mondo. Bussa anche alle porte di Torino, dove piazza Statuto ne diventa l’epicentro e nel 1983 dà il nome alla band italiana più rappresentativa: gli Statuto. Da allora, Torino e la cultura mod sono indivisibili. Ne abbiamo parlato con i diretti protagonisti della band torinese: Oscar Giammarinaro “Oskar” (cantante), Alex Loggia “Bumba” (ex chitarrista) e Giovanni Deidda “Naska” (batterista). 

“Mod non si nasce né si diventa, ma si scopre di esserlo”

Piazza Statuto Mod nasce del 1980, segnata per sempre da Quadrophenia e dai miti musicali della 2 tone ska: scelto in quanto punto strategico per i mezzi pubblici della città, da allora ha il timbro permanente dei mods torinesi. Ma come si diventa modernisti? Oskar lo sa bene: “Mod non si nasce né si diventa, ma si scopre di esserlo ed è per tutta la vita”. Una forma di ribellione autentica, sintetizzata nello slogan dell’omonima canzone Rabbia e stile, che come spiega il cantante “significa rivolta elegante, per cui il modernista non si auto-ghettizza, ma sfrutta il sistema di cui fa parte. Non bisogna essere brutti, sporchi e cattivi per dare fastidio a chi detiene il potere”.

Le avventure di Jimmy in Quadrophenia occupano uno spazio speciale nel cuore di ogni mod. “L’ho visto per la prima volta al cinema Augustus di piazza Cln: non ero ancora un mod e mi aveva incuriosito moltissimo. Da allora l’ho visto altre 39 volte”, afferma Oskar. Invece Naska racconta di averlo recuperato più tardi, quando era già un mod: “Avrò visto la videocassetta di Quadrophenia un migliaio di volte: so a memoria i dialoghi della prima versione doppiata”. Lo stesso vale per Alex Loggia – subentrato nel 1986 negli Statuto per sostituire il chitarrista Dario Copertino “Skeggia”, chiamato a prestare servizio militare – che però sottolinea l’impatto di quella prima visione: “È stato dirompente. Ero un adolescente: cercavo di vivere le stesse emozioni che provavo vedendo il film, tra Lambrette super accessoriate, parka verdi oliva, feste e raduni”.

L’approdo in piazza Statuto non è stato uguale per tutti. Prima di scoprirsi mod, Alex Loggia girava tra i fricchettoni e il suo ultimo romanzo, Leo e Zoe, parla proprio di un amore (forse) impossibile tra un ragazzo torinese mod e una ragazza bolognese freak, intrecciando le due culture in un atlante di luoghi e personalità della galassia underground del 1984. “Nell’ambiente freak girava troppa droga e non mi piaceva la piega che stava prendendo. Negli anni Ottanta l’eroina ha fatto una strage: capitava di vedere persone conosciute diventare come zombie da un momento all’altro e non lo sopportavo. Nell’ambiente mod di Torino era molto meno usata – rivela il musicista, per poi aggiungere – Questa è stata la vera spinta che mi ha portato a seguire uno dei miei migliori amici nel giro di piazza Statuto, insieme ovviamente a tanti altri motivi, tra cui i nuovi gusti che stavo scoprendo”.

Essere mod nella città della Fiat

Gli Statuto nascono a Torino nel 1983, con Oskar alla voce e al basso, Skeggia alla chitarra e Pino Pellicani alla batteria e si esibiscono per la prima volta il 1º maggio dello stesso anno al parco della Tesoriera. Nove anni più tardi, la band simbolo della cultura mod torinese cavalca le classifiche con l’album Zighidà e porta il verbo dello ska al Festival di Sanremo con la canzone Abbiamo vinto il festival di Sanremo. Nel dicembre del 1997, gli Statuto suonano davanti a 200mila persone alla piazza della Rivoluzione di L’Avana, per celebrare l’amicizia tra Italia e Cuba. La lista dei momenti salienti fuori dalle frontiere torinesi è lunga, ma per capire il fenomeno Statuto, la Torino operaia e il suo colore (calcistico) granata sono imprescindibili. Non a caso, tra le canzoni più impattanti della loro discografia figurano In fabbrica, scritta insieme ai Gang, e Ragazzo Ultrà.

Nel 2003 la band pubblica la raccolta I campioni siamo noi e devolve i proventi Siae al fondo per i cassintegrati e i licenziati di Fiat Mirafiori, prendendo ancora una volta le difese della classe operaia. “Torino è una città feudo dove esiste un padrone assoluto che ha esercitato la sua supremazia tramite le grosse industrie, e controllando tutte le attività economiche, politiche, sociali, culturali e sportive – sostiene con asprezza Oskar, chiarendo i motivi alla base dell’impegno sociale del gruppo – Noi degli Statuto siamo di estrazione proletaria, quindi nelle nostre canzoni ci viene automatico parlarne”.

Come nel caso dell’Inghilterra, anche a Torino la cultura mod vive fianco a fianco con il mondo del calcio e c’è spazio solo per il colore granata: “Essere del Toro significa stare dalla parte giusta, dove la cosa fondamentale non è vincere ma essere parte di un popolo. È una forma di appartenenza che si lega all’essere mod, perché la frase “Essere qualcuno per quello che si è e non per quello che si ha” vale anche per la storia della squadra”, dice Oskar.

Gli Statuto sul palco del Traffic Festival

L’evento tributo alla cultura mod del 2010, organizzato dai direttori artistici del Traffic Festival, non è solo il coronamento di un movimento e del suo legame a doppio filo con la città di Torino. Rappresenta il ritorno degli Statuto da un autoesilio dalla città natale durato sette anni, in protesta contro la gestione della musica live a Torino. 

La pietra sopra alle frizioni con gli operatori musicali torinesi era finalmente realtà: “È stata una legittimazione artistica e personale nei confronti degli Statuto e dei mod di piazza Statuto”, afferma Naska. Dello stesso avviso anche Oskar: “La cultura mod a Torino è libera, indipendente, ma organizzata come in nessun’altra parte del mondo, quindi il fatto che la città ci abbia reso questo omaggio è stato un riconoscimento dovuto ma molto gradito”.

A 45 anni dalla prima ondata di ribelli eleganti in Vespa, il fermento di piazza Statuto è ancora vivo e passa per il ricordo speciale di uno dei primi bassisti del gruppo, Ezio Bosso, in arte “Xico”. Racconta Oskar: “Il nostro punto di ritrovo è il giardino Ezio Bosso. Da quattro anni ha preso il nome di Xico, che era uno di noi. Siamo sempre presenti dal 1980, ogni sabato pomeriggio, e per fortuna ci sono anche i più giovani”.

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