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Torino ricorda Emanuele Artom: una marcia per non dimenticare

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“Testimone del passato, guida per il presente”. A ottant’anni dalla liberazione dell’Italia, Torino ha reso omaggio alla figura di Emanuele Artom, giovane partigiano ebreo assassinato dai nazifascisti nel 1944. La tradizionale marcia della memoria, organizzata dalla Comunità Ebraica torinese insieme a quelle di Casale Monferrato e Vercelli e alla Comunità di Sant’Egidio, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e studenti, tra cui le classi quinte dell’Istituto Tommaseo e gli alunni della scuola ebraica intitolata proprio ad Artom.

Il corteo è partito dal binario 17 della stazione di Porta Nuova, luogo simbolico da cui partivano i treni della deportazione, per giungere in Piazzetta Primo Levi, di fronte alla sinagoga. Un percorso carico di significato, che ha ripercorso idealmente il sacrificio di Artom, commissario politico di “Giustizia e Libertà” nella Val Pellice e Val Germanasca, catturato il 25 marzo 1944 e morto il 7 aprile, dopo giorni di torture nelle carceri nazifasciste.

Alla cerimonia sono intervenuti numerosi rappresentanti istituzionali. Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino, ha sottolineato l’attualità della figura di Artom, ricordando come i suoi scritti e il suo impegno politico e intellettuale restino una guida per le nuove generazioni. “A ottant’anni dalla liberazione – ha dichiarato – stiamo vivendo con immensa angoscia un momento molto oscuro, con due drammatici conflitti in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, di cui auspichiamo dal profondo del cuore una prossima soluzione. Desta inoltre preoccupazione l’aumento vertiginoso di episodi di antisemitismo a livello globale”. Per questo motivo, conclude Disegni, l’insegnamento di Emanuele Artom appare di straordinaria attualità per un mondo più libero e giusto. 

Lorenza Patriarca, presidente della commissione Istruzione e Cultura del Comune di Torino, è intervenuta in rappresentanza del sindaco Stefano Lo Russo. Patriarca ha ricordato che Artom avrebbe voluto essere un insegnante di storia “se non lo avessero strappato alla sua vita”. Domenico Ravetti, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione del consiglio regionale del Piemonte, e Raffaella Attianese, viceprefetto di Torino, hanno ribadito l’importanza della memoria come strumento di consapevolezza civile.

Nel corso della cerimonia è stato citato il diario di Emanuele Artom, documento fondamentale per comprendere il dramma della guerra e della persecuzione. Tra i passi ricordati, una poesia scritta il 3 marzo 1942, in cui il giovane partigiano esprimeva con lucidità e dolore la sua visione della realtà. La marcia della memoria ha confermato ancora una volta come la storia di Artom non appartenga solo al passato, ma continui a interpellare le coscienze di oggi, richiamando all’impegno contro ogni forma di odio e discriminazione.

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