La produzione manifatturiera nel 2024 è diminuita dello 0,8 per cento, segnando un cambio di rotta rispetto al trend positivo registrato negli anni precedenti. A esporre i dati dell’indagine congiunturale sulla manifattura in Piemonte del quarto semestre 2024 è stata Sarah Bovini, responsabile dell’ufficio studi e statistica di Unioncamere Piemonte. L’indagine, realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali, ha coinvolto quasi 2mila imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.604 addetti e un valore pari a circa 61.5 miliardi di euro di fatturato.
Nel 2023 e 2022 la crescita media annua era stata rispettivamente pari al +1,5% e +3,4%. Tra le cause dell’andamento negativo della manifattura si sottolinea la crisi di alcuni settori chiave come l’automotive, la metalmeccanica e la tessile, oltre che l’incertezza legata alle tensioni geopolitiche e lo spettro dei dati statunitensi, che viene definito da Paolo Bertolino, segretario generale di Unioncamere Piemonte, “un punto interrogativo per chiunque”.
Nonostante i dati negativi, in Piemonte spicca la tendenza positiva delle industrie alimentari, del legno e del mobile. Male l’industria dei mezzi di trasporto, le industrie elettriche e elettroniche. A pesare particolarmente sono le grandi imprese, che hanno decretato il crollo del settore.
Preoccupanti sono i dati legati alla propensione a investire nel tempo: solo il 30,8 per cento delle industrie ha effettuato un investimento nel 2024 e le previsioni sul 2025 sono di un’ulteriore diminuzione del 3 per cento.
Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte commenta: “Occorre impegnarsi a invertire questa tendenza attraverso un piano di interventi mirati. L’obiettivo è rilanciare l’economia piemontese, lavorando in sinergia con imprese e istituzioni, per superare le difficoltà attuali e costruire un futuro di benessere e sviluppo sostenibile”.