“I numeri della Giunta non tengono conto dei tanti cittadini che non riescono neppure a prenotare. Di straordinario ci sono solo gli affari che stanno facendo i privati”. È la denuncia dei consiglieri regionali del Pd Domenico Rossi (che è anche segretario regionale del PD) e Daniele Valle (vicepresidente del Consiglio regionale) sui dati delle liste d’attesa presentati l’altro ieri dalla giunta Cirio. Secondo l’ultimo report, un paziente mediamente per un visita deve aspettare 37 giorni. Un dato ancora più basso rispetto al 2018, quando l’attesa media era invece di 38 giorni.
“Vuoi prenotare una visita oculistica con il servizio sanitario regionale? Prima disponibilità su Torino è il 5 marzo del 2024 – scrivono i consiglieri Pd -. Un anno di attesa. Una gastroscopia? Idem, 7 marzo del 2024. Un ecocardiogramma? 1 marzo del 2024. Una visita cardiologica con elettrocardiogramma? Qui va meglio, c’è posto il 22 settembre del 2023. E fin qui le cose vanno bene, perché se devi prenotare una colonscopia dovrai accontentarti di andare a Chieri, dove c’è posto il 4 febbraio del 2025, perché su Torino è impossibile prenotare. Lo stesso per l’esame del fondo dell’occhio (accomodarsi a Pomaretto in data 7 maggio del 2024). Lo stesso per la risonanza magnetica (a Rivoli, il 17 agosto del 23) o per una visita dermatologica (il 30 novembre, a Pianezza)”.
Nel mirino c’è ovviamente la Giunta regionale: “Mentre andava in scena la nuova puntata della telenovela ‘Regione Piemonte vs. liste d’attesa’(ma ormai sarebbe il caso di dire Slide vs. Realtà) – accusano – noi abbiamo fatto qualche ricerca e dalle segnalazioni degli utenti che in questi giorni hanno contattato il Cup Unico emerge una narrazione meno straordinaria di quella fornita dal Presidente Cirio e dai vertici della sanità regionale”.
Continuano: “Infatti, per Cirio è straordinaria la riduzione da 38 a 37 giorni di attesa su 25 prestazioni (un miglioramento di ben un giorno!), è straordinario il potenziamento del Cup, è straordinario aver riportato i tempi di attesa al 2019, ovvero quando governava la famigerata giunta di centrosinistra di Chiamparino. Ma anche su questo, purtroppo, ancora una volta la fotografia è sfalsata, perché i dati fanno riferimento alle prestazioni erogate e non tengono conto dell’elevato numero di cittadini che non riescono a prenotare visite ed esami perché non trovano alcuna disponibilità o rinunciano per la troppa attesa, il che li costringe a rivolgersi alle strutture private“.
Ma le accuse non finiscono qui: “Di straordinario, in effetti, c’è che proprio il numero sempre crescente di servizi e prestazioni erogate dalla sanità privata, sia in regime privatistico, sia in regime di convenzione. Insomma, ancora una volta siamo al piano degli annunci, senza mai mettere in campo le vere azioni necessarie: l’assunzione di più personale (assunzioni vere non a termine o ricorrendo ai “gettonisti”) e la realizzazione di nuovi ospedali (finora esistenti solo nella tabellina dei finanziamenti Inail ma senza alcun progetto a supporto)”.