La transizione digitale implica fornire tutta l’Italia di una rete internet efficiente e, per la pubblica amministrazione, erogare servizi in maniera uniforme a tutti i cittadini: anche quelli che abitano in periferia o in provincia. La nuova attenzione per i piccoli e medi centri urbani – che sono la stragrande maggioranza nella penisola – potrebbe far perdere appeal alle grandi città come Torino. O forse no: dipende da quale concezione di “città” si adotta. Laura Morgagni, direttrice della fondazione Torino Wireless, ne suggerisce una: “Dal nostro punto di vista Torino investe su alcuni ambiti-chiave, come la mobilità e i servizi al cittadino digitali. Va da sé che enti pubblici sempre più digitali spingano a decentralizzare, ma perché anche la macchina comunale sta acquisendo nuove competenze. Se vuole essere più efficiente, deve poter decentralizzare i dati, per erogare i servizi in modo uniforme”.
La rivoluzione digitale, inoltre, spinge ad approcciarsi alle città in una logica fluida: “Bisogna considerarle come centri di flussi, sia fisici – perché le persone si spostano ogni giorno da e verso le città – che digitali, nel senso di servizi che riescono a rendere disponibili. Le città non sono altro che strumenti di aggregazione di competenze, di capacità di investimento e di riverbero dei servizi su un territorio più ampio”. I grandi centri, insomma, rimangono “la testa” da cui propagano i servizi, e il digitale è il tramite. Da questo punto di vista, Torino è sede di una esperienza innovativa con la Fondazione Torino Wireless: si tratta di una rete di aziende e centri di ricerca, di cui è partner anche la Città metropolitana, che punta allo sviluppo di sistemi innovativi per erogare i servizi pubblici: dai trasporti al turismo, all’energia.
Morgagni ha risposto a Futura.news a margine della presentazione, al Salone del Libro 2022, di Città Italia (Edizione Il Sole 24 Ore) di Roberto Bernabò. Il vicedirettore de Il Sole ha intervistato esperti, manager e accademici su come l’accelerazione dei processi di digitalizzazione stia cambiando il modo di concepire le città. La tendenza demografica del momento è il ritorno in provincia: lì si vive meglio, si spende poco e si ha una rete di relazioni più forte, e le città vengono viste come luoghi sempre più invivibili. La possibilità per il cittadino di fruire degli stessi servizi di cui godrebbe nei grandi centri è, dunque, una sfida cruciale per le pubbliche amministrazioni. E per la politica.