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Gli ucraini in Italia: “Fermare Putin subito, nessuno vuole la guerra”

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“La mia città di origine è occupata dal 2014 e ora tutto il mio Paese è in stato di guerra. Una guerra bastarda, che non ha alcun senso”. Victor è un giovane ucraino e proviene da una Gorlovka, una città vicina al confine con la Russia. Vive in Italia da 7 anni e il 24 febbraio è sceso in piazza Castello a Torino per chiedere di agire contro l’aggressione russa all’Ucraina. Come lui ci sono decine di altre persone che hanno origini ucraine oppure vengono dai Paesi vicini. “Adesso abbiamo addosso tante emozioni che ci fanno ribollire – aggiunge Victor – Nessuno ha voglia di vivere un Occidente devastato dalle armi nucleari, e sappiamo che la Russia queste armi le ha. Bisogna agire con sanzioni di tutti i tipi per fermare questa guerra, fermarla adesso. Le persone stanno morendo, sia gli ucraini che difendono il loro Paese, sia i soldati russi mandati a combattere da Putin, per i suoi interessi personali. Putin è un folle”.

Victor, giovane ucraino di Gorlovka

Alcune donne presenti in piazza raccontano le informazioni che ricevono direttamente dai loro parenti, ancora nel Paese. “Mia nipote dice che ci sono alcuni soldati russi già in Ucraina che si stanno ribellando, abbassano le armi, dicono che non sapevano di stare andando in guerra. Pensavano di andare a fare un’esercitazione, non una guerra” dice Svitlana, che da vent’anni vive la sua vita due Paesi: sposata con un italiano, ha ancora buona parte della famiglia in Ucraina. “Sì, anche io ho sentito questa voce. Mi hanno parlato di cinquanta soldati russi che si rifiutano di combattere” conferma un’altra ragazza presente al presidio.

ALcune donne riportano voci che arrivano dai parenti in Ucraina
Due ragazze ucraina scese in piazza Castello, a Torino, il 24 febbraio per manifestare.

In piazza c’è anche un ragazzo russo, lì per protestare contro le azioni del suo stesso Paese. Si chiama Danil, è uno studente dell’Università di Torino. “Sono indignato perché il potere del mio Paese ha deciso di fare guerra a un Paese che era amico e vicino, sia per cultura che per la sua posizione e anche per la parentela che unisce tanti russi e ucraini” dice il giovane.

Danil, studente russo dell’Università di Torino

Ludmila, invece, è una ragazza moldava che studia in una magistrale di Scienze Politiche all’Università di Torino. “Sono sconvolta per quello che sta succedendo in Ucraina, ma anche per quello che sta succedendo nei dintorni. La Bielorussia che supporta Putin, il popolo ucraino che si sta riversando in Polonia e Moldavia – racconta la ragazza -. Le guerre in questi anni sono state ovunque, ma lontano da noi. Invece questo sta succedendo in Europa, io ho paura che la guerra si estenda anche nel mio Paese”. La sua preoccupazione è soprattutto legata alla Transnistria, il territorio de iure moldavo ma autoproclamatosi repubblica indipendente, sotto influenza russa. “Ieri si sono diffuse notizie di attacchi inviati da lì all’Ucraina, ma sembra siano fake news. Non è possibile ancora verificare la loro veridicità”.

La preoccupazioni dei ragazzi si concentrano anche su Chernobyl. “La centrale non è attiva, ma ha ancora tanti scarti nucleari. Se viene colpita da fuoco di artiglieria, le conseguenze saranno gravi per tutta Europa” sottolineano i ragazzi. Ieri i russi hanno infatti preso il controllo dell’ex centrale.

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