Obiettivo mancato. Di nuovo, perché su come il Piemonte affronterà la crisi climatica le decisioni sono di là da venire. Il gruppo Extinction Rebellion Torino ha iniziato ieri, 21 febbraio, un presidio sotto palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale. Il consiglio straordinario aperto – denuncia il movimento – lo è stato a metà, sia perché molti gruppi sono stati esclusi dal dibattito, sia perché, appunto, si trattava solo di un dibattito. Le posizioni degli studiosi e degli esperti che sono intervenuti non condurranno all’approvazione di misure concrete e, a fine giornata, la seduta è stata rinviata a oggi senza un ordine del giorno. Il presidio di Extinction rebellion, che ha anche installato un televisore sotto palazzo Lascaris per seguire in diretta la seduta, prosegue anche oggi.
Ieri sono intervenuti i presidenti della giunta e del consiglio Alberto Cirio e Stefano Allasia e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati. Dopo aver evidenziato che “la lotta al cambiamento climatico parte dalla regione e dai suoi cittadini”, Cirio annuncia l’approvazione del Piano energetico ambientale regionale (Pear). “La proposta è in fase di consultazione – prosegue – e stabilirà la linea sul settore energetico rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione. Nei prossimi giorni approderà in consiglio”. Marnati ha illustrato su cosa si sta concentrando l’assessorato: “Oltre a un nuovo Pear, stiamo sviluppando il progetto ‘Urban Forest’ per ridurre gli agenti inquinanti introducendo 57 nuove specie arboree. Stiamo anche lavorando per la gestione dei fondi del Piano di ripresa e resilienza, con più di 500 milioni dedicati all’ambiente. E poi c’è l’idrogeno, di cui siamo capofila a livello europeo”. Marnati invita poi ad “abbandonare i toni di protesta”, nonostante – prosegue – siano “serviti a mobilitare le istituzioni e creare reazioni”.
Ruggero Reina, l’attivista che ha reso possibile il consiglio aperto con uno sciopero della fame di otto giorni, è stato tra i primi a intervenire dopo i rappresentanti istituzionali. Il 27enne sottolinea che “La comunità scientifica denuncia l’emergenza da dieci anni. Le istituzioni la ignorano sistematicamente e i cittadini non hanno alcuna voce in capitolo”.
Reina critica, in particolare, l’assessore all’Ambiente: “Marnati aveva dichiarato nel 2017 che per affrontare l’emergenza climatica ci vuole un cambio di mentalità. Considerando l’assenza di obiettivi politici concreti, è necessario ridare voce e responsabilità alla cittadinanza. Non si tratta più di ambientalismo, non possiamo rassegnarci al senso di impotenza. Non c’è più tempo per ragionare nell’ottica di maggioranza e opposizione. Va adottato un approccio sistemico, e la cittadinanza dev’essere informata per bene”. L’appello rimarca una delle richieste più importanti di Extinction rebellion: l’istituzione di comitati cittadini che discutano e deliberino sulle tematiche ambientali. Ad appoggiare l’idea è anche il professore Rodolfo Lewanski, scienziato politico dell’Università Bologna che è intervenuto alla seduta. “La partecipazione deliberativa è fondamentale per parlare e progettare soluzioni per i cambiamenti climatici – dice l’esperto. Dalla Francia, alla Spagna, alla Scozia si adottano soluzioni del genere”.
Ruggero Reina tiene a rimarcare l’operazione di facciata del consiglio. “All’inizio della mattinata gli agenti di polizia hanno bloccato il nostro presidio autorizzato, solo tramite l’intervento di un avvocato siamo potuti tornare lì” dice a Futura news. E sulle modalità di confronto con gli esperti aggiunge che “viene fatto passare come un momento di confronto, che però non ha un vero contraddittorio. Sentendo le parole di Cirio e Marnati, queste vengono già dette da anni. Basta andare sul sito della regione Piemonte, nessun obiettivo della strategia regionale è stato raggiunto. Il Pear, di cui si fanno vanto, è fermo dal 2004 e adesso si parla di un’approvazione, non di una messa in atto. Conosco personalmente alcuni di quelli che lavorano come tecnici, scienziati e ricercatori contribuendo alla stesura della strategia regionale: si lamentano anche loro dell’immobilità. Questo è un problema politico, non possiamo prendercela con i singoli tecnici, il lavoro dietro c’è, ma è solo di facciata. È solo per poter aprire il sito e simulare che la regione sta facendo qualcosa”.
Al presidio di Extinction rebellion sono presenti anche altre associazioni: Legambiente, il comitato Torino Respira, I Verdi, Greenpeace, Acmos. Un popolo green variegato, composto non solo da ragazzi ma anche adulti. “Fa piacere che le nostre battaglie per la tutela ambientale siano sposate in modo così partecipato dalle nuove generazioni, dai giovani” evidenzia Mariella Grisà, portavoce regionale dei Verdi.
Marco Grimaldi, consigliere regionale di Liberi e Uguali / Verdi, presente al presidio, evidenzia la necessità di un cambio di passo. “Come opposizione abbiamo scritto un documento con 40 punti che dovremmo realizzare da qui ai prossimi anni per ridurre del 50% le emissioni, ma non solo. Abbiamo anche chiesto di mettere al centro una vera legge sulla riconversione ecologica dell’economia e soprattutto far sì che in Piemonte si capisca che solo la rigenerazione delle nostre filiere produttive in un senso ambientalmente, ma anche socialmente responsabile è l’unico modo per uscire dalla crisi diversi da come siamo entrati”.