Più personale nelle accademie, per sancire oltre ai proclami riguardo al “Nuovo Umanesimo” post pandemia, una misura concreta per il mondo dei lavoratori della cultura. Con questa conferma del ministro dell’Università Maria Cristina Messa riguardo ai provvedimenti del governo sul personale del mondo Afam – la costola del Ministero per l’università e la ricerca relativa alla formazione artistica e musicale delle belle arti – si è chiusa oggi, lunedì 10 gennaio, l’inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022 dell’Accademia Albertina di Torino.
“L’arte non fa che ricominciare ” è l’espressione mutuata dallo scultore romeno Constantin Brâncuși scelta dai relatori della storica istituzione per lo studio delle belle arti nata nel 1678 per aprire l’evento. Insieme a Paola Gribaudo, prima donna a divenire presidente dell’ente, e al direttore Paolo Di Mauro, c’erano anche l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Vittoria Poggio e quello comunale Rosanna Purchia.
Alle relazioni dei vertici dell’Accademia si sono unite poi le parole di Messa. Il ministro per l’Università e la Ricerca è intervenuto con un videomessaggio nel quale si è rivolta anzitutto agli studenti e alle studentesse dell’accademia, capaci di “interpretare e trasformare attraverso l’arte i momenti difficili di oggi”.
“Lo sforzo del ministero – ha proseguito Messa – continuerà nel 2022 soprattuto relativamente alle iniziative di reclutamento e governance. Sarà importante avvicinare il mondo Afam – la costola del Miur relativa alla formazione artistica e musicale – e quello universitario per rendere evidente l’unità di intenti delle due missioni, formazione e ricerca”.
ll dialogo con il Ministero si mantiene quindi in buona salute, come affermato anche dal direttore Di Mauro. Il direttore che ha accolto con grande favore i recenti sviluppi nel mondo Afam relativamente all’ampliamento dell’organico, dopo un “fermo biologico di oltre 25 anni”. A fronte di un aumento esponenziale delle iscrizioni e a fronte di un successo relativo all’internazionalizzazione, non era più possibile sostenere la crescita di queste istituzioni come se fossero chiuse un blocco istituzionale. In dieci anni si è infatti passati da circa 43 mila iscritti a più di 80 mila, e da 3 mila stranieri a oltre 12 mila.
“L’Accademia Albertina era e rimane un vanto per il territorio piemontese e per il Paese in generale – ha affermato l’assessore Poggio, che ha sottolineato come nonostante i pesanti effetti che l’era pandemica ha generato sul mondo dell’arte e della cultura, questi conitnui a rappresentare un veicolo di rinascia e ripartenza futura. “Un atto di tenacia”, aggiunge Porchia.
L’attività dell’accademia si fa anche strumento per affacciarsi oltreconfine, portando il nome di Torino nel mondo attraverso il lavoro dei tanti studenti italiani e non che scelgono di educare qui la propria capacità creativa. Una vocazione all’internazionalizzazione sottolineato anche da Paola Gribaudo: “La cultura e l’arte devono essere forma di conforto, rinnovamento e inclusione. L’attività in campo internazonale dell’accademia spiega come le nostre istituzioni rappresetino un nucleo di interesse per tanti studenti provenienti da fuori. Proseguono e con l’obiettivo di intensificarsi le relazioni con molti Paesi. Turchia Romania, Spagna ma anche Australia Cina e Iran, con queste ultime dei due nazioni che continuano ad essere bacini importanti da cui provengono molti studenti che studiano presso di noi, esponendo i propri lavori all’estero”.
Oltre alle sinergie con la rete artistica internazionale, Gribaudo ha annunciato un importante intervento di ristruttrazione volto a migliorare il patrimonio degli edifici storici dell’accademia, che ha molto da offrire oltre agli splendidi ambienti della storica Pinacoteca: “Grazie al sostegno finanziario della compagnia di San Paolo, nel 2022 prevediamo il completamento dell’intervento di rigenerazione della parte più antica del nostro istituto, quella che ha sede nelle sale Convento dei Padri Minimi”.