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Sanità, un sostegno così necessario

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Come sarebbe il Piemonte senza tutte le persone che prestano servizio negli ospedali, sulle ambulanze, nei centri di riabilitazione non lo sappiamo. Al momento sappiamo come sia la Regione grazie a questi volontari: sul territorio esistono 782 associazioni di volontariato di tipo sanitario, impegnate nel sostegno pratico e psicologico dei malati e delle loro famiglie.

«L’associazionismo colma delle lacune, – afferma il Segretario Regionale della Croce Rossa Italiana Roberto Ghio – entra a sostegno di qualcosa che è carente o che non c’è, soprattutto in ambito sociale, in cui ci sono realtà difficili, anche da riconoscere».

Sul territorio piemontese e non solo l’apporto dell’Associazione della Croce Rossa Italiana è da 150 anni fondamentale per lo sviluppo di attività di tipo sanitario, o socio-assistenziale. Il Piemonte è il secondo per numero di Comitati dopo la Lombardia, con i suoi 23000 soci che dedicano il proprio tempo libero al volontariato. Croce Rossa non significa solamente emergenza sulle ambulanze del 118, ma anche corsi di educazione sanitaria come primo soccorso o per l’utilizzo del defibrillatore, sulle manovre salvavita, soprattutto in ambito pediatrico, o di assistenza al malato e all’anziano.

Il contributo dei volontari in ambito sanitario è molto forte in Piemonte anche grazie all’Aism, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, nata 50 anni fa e presente proprio dal 25 maggio al 2 giugno nelle principali piazze italiane per la Settimana Nazionale della Sm.

Il Coordinamento Regionale Piemonte e Valle D’Aosta è composto da nove sezioni del territorio piemontese e valdostano, e uno tra i più attivi a livello nazionale. Il Vicepresidente della sezione di Torino Roberto Caboni dedica larga parte della sua vita all’Aism, prima referente del gruppo Young, ora anche co-coordinatore regionale e formatore dei nuovi volontari: «Noi come Aism in Piemonte, grazie al CReSM, il Centro Regionale Sclerosi Multipla, siamo riusciti a creare un percorso terapeutico-assistenziale per i pazienti, che vengono presi in carico e seguiti. Le mancanze ci sono, altrimenti non esisterebbe il terzo settore, ma vi sono piccolissime realtà che sopperiscono a queste mancanze. La sanità pubblica è il luogo in cui si è esercitato maggiormente il dispendio economico: pensiamo, per esempio, a un farmaco specifico per la Sm che non viene più distribuito perché costa troppo, per favorire la distribuzione di uno generico».

Le attività svolte dall’associazione sono di sostegno al malato, dal trasporto ospedaliero all’assistenza domiciliare, fino all’aiuto ospedaliero di psicologi, o di infopoint che rispondano alle problematiche del paziente.

«Io mi occupo di formare i nuovi volontari – spiega Caboni – che spesso sono famigliari dei pazienti. A me è stata diagnosticata la sclerosi multipla quando avevo 24 anni, e ho deciso di usare la mia malattia in termini positivi, in modo che diventasse qualcosa di utile per gli altri. L’ho fatto per egoismo, per sentirmi parte della soluzione? A volte ci penso, ma certo l’Aism mi permette di esercitare le mie energie positive. Quando insegno, non metto mai la patologia davanti alle persone. Io credo che sia giusto cercare di vivere la vita con le nostre gambe, o quando non funzionano, con le nostre ruote».

VALERIA TUBEROSI